Sempre più su, irrefrenabilmente. Il
debito delle amministrazioni pubbliche italiane è salito, a fine
settembre, a 2.582,5 miliardi di euro. Nuovo primato storico.
Rispetto alla fine di agosto è aumentato ancora di 28 miliardi e di
141,4 miliardi in un anno. Lo ha appena comunicato la Banca d'Italia,
creditrice nei confronti delle amministrazioni pubbliche nazionali
per 529,4 miliardi, pari al 20,5% del debito pubblico italiano. Anche
questa quota è in crescita. I soggetti non residenti, cioè
stranieri, hanno in portafoglio, al 31 agosto, il 29,2% del nostro
debito pubblico.
Solo il 3,3% del debito pubblico
italiano, quota pari a 85,039 miliardi, si deve alle amministrazioni
pubbliche locali; in particolare: 32,939 miliardi alle Regioni e alle
Province autonome, 6,417 miliardi alle Province ordinarie e alle
Città metropolitane, 34,736 miliardi ai Comuni e 10,947 miliardi
agli altri enti territoriali.
Intanto, il ministero dell'Economia e delle finanze (Mef) ha precisato che le entrate tributarie e contributive nei primi nove mesi del 2020 evidenziano nel complesso una diminuzione del 6,7% (-33,632 miliardi di euro) rispetto all’analogo periodo dell’anno 2019. Il dato tiene conto della variazione negativa del 6,6% (-21,799 miliardi) delle entrate tributarie e della diminuzione delle entrate contributive del 6,8% (-11,833 miliardi). L’importo delle entrate tributarie comprende anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive.
Intanto, il ministero dell'Economia e delle finanze (Mef) ha precisato che le entrate tributarie e contributive nei primi nove mesi del 2020 evidenziano nel complesso una diminuzione del 6,7% (-33,632 miliardi di euro) rispetto all’analogo periodo dell’anno 2019. Il dato tiene conto della variazione negativa del 6,6% (-21,799 miliardi) delle entrate tributarie e della diminuzione delle entrate contributive del 6,8% (-11,833 miliardi). L’importo delle entrate tributarie comprende anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive.