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Fabrizio Gea (Condinsutria Piemonte) |
“Internet
è un’infrastruttura di base – come strade, autostrade, ferrovie,
come la Tav e il Terzo Valico – irrinunciabile per la
trasformazione digitale e oggi, paradossalmente, questa crisi ha
improvvisamente portato tutti alla piena consapevolezza: adesso
abbiamo davanti un problema che possiamo trasformare in
un’opportunità”.
Lo
smart working sarebbe, infatti, una soluzione efficace,
oltreché lecita e sicura, per svolgere importanti attività
aziendali, dalle vendite al marketing, dall’amministrazione
all’ingegneria, dall’R&I alla formazione. Ma
non è possibile, per diversi motivi, affidarsi alla connessione
domestica del collaboratore:
occorre dotarlo di apparati idonei (router) che, da un lato,
garantiscano un agile traffico dati e, dall’altra, consentano di
configurare la postazione domestica con le medesime protezioni (in
tema di privacy e di cybersecurity) e prestazioni (in termini di
applicativi) della rete aziendale.
Una
soluzione a questo aspetto viene direttamente dal mercato: gli
operatori
delle telecomunicazioni stanno
già proponendo soluzioni specifiche, le quali però, per quanto
offerte a tariffe “dedicate” al contesto, rappresentano pur
sempre un onere aggiuntivo che si aggiunge alle difficoltà
economiche che le nostre aziende sono chiamate ad affrontare nel
prossimo futuro. In molti casi, inoltre, è anche necessario formare
il lavoratore a questa modalità operativa, che purtroppo non è
ancora molto diffusa tra le aziende.
Vi
sono poi ancora ampie
zone del territorio che non dispongono di una adeguata copertura di
rete,
fissa o mobile. Molte aziende operano purtroppo in zone tuttora non
raggiunte dalle infrastrutture in banda ultralarga e per questo
aspetto scontano un grave impatto negativo in termini di
competitività.
Il
sistema economico, infine, non è fatto solo di imprese: operatori
turistici e commerciali sono
ovunque, anche in quella quota importante del territorio del Piemonte
che sono le valli, e lì spesso – come fortemente e più volte
denunciato da Anci e Uncem – manca addirittura la copertura mobile.
Quindi,
in una situazione di emergenza, per tramutare
il problema in un’opportunità ecco
le
prime due proposte di Confindustria Piemonte:
la prima per le imprese, la seconda per i territori.
“Per
le imprese chiediamo
alla Regione un sostegno economico, ad esempio in forma di voucher,
affinché le aziende possano attivare contratti di servizio
abilitanti lo smart working per i propri dipendenti, sostenendo anche
i necessari fabbisogni di formazione necessari a superare l’eventuale
“analfabetismo digitale”.
“Per
i territori,
pur condividendo gli sforzi della Regione per accelerare il piano Bul
per la posa della fibra, riteniamo che la rete mobile sia oggi quella
che offre maggiori prospettive, consentendo l’impiego immediato dei
router domestici basati su Sim. Ma poiché essa stessa non è ancora
sufficiente in termini di copertura, sarebbe auspicabile una
ricognizione, sotto coordinamento regionale, di tutte le opzioni che
potrebbero portare all’installazione del più alto numero
possibile, nel minor tempo possibile di antenne cellulari temporanee.
come ad esempio è stato fatto per servire il nuovissimo ospedale di
Verduno”.