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Gianni Cortese, Segretario generale Uil Piemonte |
Che
il ricorso alla Cig, quest'anno, in Piemonte sia meno accentuato
della media nazionale lo conferma anche il dato relativo ai primi
dieci mesi: in regione le ore autorizzate sono aumentate dello 0,32%.
mentre la crescita italiana è stata del 18,3%. Comunque, il Piemonte
resta la seconda regione più cassintegrata con 23,660 milioni di ore
nei primi dieci mesi, preceduta solo dalla Lombardia (32,848
milioni). Terza è la Campania con 20,650 milioni.
Nei
primi dieci mesi dell’anno, la media mensile dei lavoratori
piemontesi tutelati è stata di 13.918, in aumento di 45 unità
rispetto al periodo gennaio-ottobre 2018.
Le
province piemontesi hanno fatto registrare il seguente andamento:
Biella +249,9%, Novara +32,2%, Torino +16,7%, Vercelli -6,6%,
Alessandria -11,5%, Verbania -58,1%, Cuneo -60,9%, Asti -62,6%.
Torino, con 15.947.624 ore, ha il primato nelle richieste in Italia,
davanti a Roma, Napoli e Taranto.
Nella
regione, la variazione percentuale delle ore di cassa integrazione
per settori produttivi, nel confronto tra i primi dieci mesi del 2019
e del 2018, è stata la seguente: Industria +5,4%, Edilizia -42,7%,
Artigianato -85,8%, Commercio -31%, per un totale di +0,3%.
Gianni
Cortese, segretario generale della Uil Piemonte, ha commentato: “Mese
dopo mese, i dati della cassa integrazione confermano che in Piemonte
non si registrano miglioramenti dello stato di salute del sistema
produttivo. Preoccupa, in particolare, il costante aumento delle
richieste di cassa integrazione straordinaria, a testimonianza dello
stato di crisi e, in parte, di riorganizzazione di molte aziende.
Come rilevano i dati negativi delle esportazioni piemontesi, il
settore tessile e quello dell’auto risultano particolarmente
coinvolti”.