Fra l'altro,
nonostante l’impegno profuso in questi ultimi anni, la Pa italiana
continua a registrare un debito commerciale nei confronti dei propri
fornitori di 53 miliardi di euro. Una cifra che rimane tra le più
elevate di tutta Europa. “La nostra Pa – sostiene il segretario
della Cgia, Renato Mason - non solo paga con un ritardo del tutto
ingiustificato, ma quando lo fa non versa più l’Iva al proprio
fornitore. Pertanto, le imprese che lavorano per lo Stato, oltre a
subire tempi di pagamento spesso irragionevoli, scontano anche il
mancato incasso dell’Iva che, pur rappresentando una partita di
giro, consentiva alle imprese di avere maggiore liquidità per
fronteggiare i pagamenti correnti. Questa situazione, associandosi
alla contrazione degli impieghi bancari nei confronti delle imprese
avvenuto in questi ultimi anni, ha peggiorato la tenuta finanziaria
di moltissime pmi”.
Dall’Ufficio
studi della Cgia, comunque, tengono a precisare che sarebbe sbagliato
non riconoscere anche i livelli di eccellenza che caratterizzano
molti settori del nostro pubblico impiego, come, ad esempio, il
servizio sanitario presente in molte regioni centrosettentrionali, il
livello di insegnamento e di professionalità riscontrabile in molte
scuole superiori/ Università/enti di ricerca e la qualità del
lavoro effettuato dalle forze dell’ordine. Tuttavia, rimane un
fatto; mediamente la nostra Pa presenta livelli di efficienza
abbondantemente insufficienti, soprattutto nel Mezzogiorno. In ogni
caso, il grado di fiducia e di soddisfazione della nostra Pubblica
amministrazione è tra i più bassi d’ Europa. I risultati,
elaborati dall’Ufficio studi Cgia sulla recente indagine
campionaria condotta dall’Ocse ribadiscono, ancora una volta,
l’inadeguatezza, secondo gli italiani, di servizi pubblici
essenziali indispensabili per il buon funzionamento del Paese: come
la giustizia, la sanità, la scuola e la sicurezza.
Per quanto
concerne il sistema giudiziario, solo il 31% degli italiani
intervistati ha dichiarato di averne fiducia. La media Ue è pari al
56%. Ci collochiamo desolatamente al 21 posto, con la Slovenia, tra i
23 Paesi europei presi in esame da questa indagine. Solo la Lettonia
registra un livello di fiducia inferiore al nostro. Rispetto al
risultato registrato nel 2007 abbiamo perso ben 8 punti percentuali.
Altrettanto
negativo è l’esito riferito al grado di soddisfazione nella nostra
assistenza sanitaria. Ci piazziamo al ventesimo posto con il 49%
degli italiani che ha dichiarato di usufruire di un buon servizio
sanitario. La media Ue si è attestata al 68%. Con livelli di
soddisfazione inferiori al nostro scorgiamo solo l’Ungheria, la
Grecia e la Lettonia. Anche in questo caso, il nostro grado di
soddisfazione rispetto all’esito emerso nel 2007 è inferiore di 7
punti percentuali.
Va leggermente
meglio quando analizziamo il livello di soddisfazione della nostra
scuola che, per il 58% degli italiani, è più che positivo, contro
una media Ue del 67%. Rispetto ai 23 paesi europei monitorati da
questa indagine ci collochiamo al 18° posto, appaiati alla
Slovacchia. Rispetto alla rilevazione realizzata 11 anni fa, il
livello di soddisfazione in Italia è aumentato di 2 punti
percentuali.
Infine, per
quanto concerne il grado di fiducia nella sicurezza e nel lavoro
della polizia locale, il 75% degli italiani ha dichiarato di essere
molto elevato. La media Ue si è attestata al 78%. In Europa ci
collochiamo al 15° posto. Se compariamo il nostro risultato con
quello emerso nel 2007, scorgiamo che il grado di fiducia è salito
di 1 punto percentuale.