Complessivamente - ha comunicato l'Istat - in Italia, la
popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, che include
coloro che si trovano in almeno una delle suddette tre condizioni, è
pari al 27,3%, comunque in diminuzione rispetto al 28,9% del 2017
(anche a livello europeo, l’indicatore sintetico di rischio di
povertà o esclusione sociale diminuisce negli anni 2017-2018,
passando dal 22,4% al 21,7%).
Il dato del 2018 per l’Italia si
mantiene inferiore a quello di Bulgaria (32,8%), Romania (32,5%),
Grecia (31,8%), Lituania (28,3%), ma di gran lunga superiore a quello
di Paesi come Repubblica Ceca (12,2%), Slovenia (16,2%) e dei Paesi
europei più grandi come Francia (17,4%), Germania (18,7%) e Spagna
(26,1).
In Italia, il Mezzogiorno rimane l’area
con la percentuale più alta di individui a rischio di povertà o
esclusione sociale (45,0%). In particolare, al Sud, si osserva un
incremento del rischio di povertà da 33,1% nel 2017 a 34,4% nel
2018. Il dato più basso del rischio di povertà o esclusione sociale
si registra nel Nord-Est con il 14,6%. La diminuzione del valore di
questo indicatore riguarda soprattutto i residenti nel Nord-Ovest (da
20,7% nel 2017 a 16,8% nel 2018), in particolare per la più marcata
riduzione dell’indicatore della grave deprivazione materiale. Si
registra un miglioramento delle condizioni di vita anche per le
persone che risiedono nel Nord-Est (da 16,1% a 14,6%) e nel Centro
(da 25,3% a 23,1).
Anche nel 2018, l’incidenza del
rischio di povertà o esclusione sociale è più elevata tra gli
individui delle famiglie di coppie con tre o più figli (36,0%),
nonostante un sensibile miglioramento rispetto allo scorso anno
(41,1%) e in quelle monogenitore (35,4%; 38,8% nel 2017).
Diminuisce il rischio di povertà o
esclusione sociale per quanti vivono prevalentemente di reddito da
lavoro autonomo (da 32,4% a 28,6%) e di reddito da pensioni e/o
trasferimenti pubblici (da 34,3% a 33,0%); per i primi, il calo è
associato soprattutto alla diminuzione del rischio di povertà,
mentre per i secondi alla diminuzione della grave deprivazione
materiale. Pur rimanendo un valore elevato, si riduce anche il
rischio di povertà o esclusione sociale tra coloro che vivono in
famiglie con un solo percettore (42,5%).
Analogamente al 2017, chi vive in
famiglie con almeno un cittadino straniero presenta un rischio di
povertà o esclusione sociale sensibilmente più elevato (42,7%)
rispetto a chi vive in famiglie composte solamente da italiani
(25,5%). Il divario è ancora più accentuato sia per il rischio di
povertà (36,2% contro 18,4% per le famiglie di soli italiani) sia
per la grave deprivazione materiale (16,1% contro 7,6%), mentre la
bassa intensità lavorativa risulta più che dimezzata tra gli
individui in famiglie con almeno uno straniero (6,8% a fronte del
12,0% per le famiglie di soli italiani).