Sul
lato della domanda,
le
compravendite
di immobili residenziali sono
in fase di recupero dal 2013 e nel 2018 segnano una crescita del
+6,5% che consolida il +5,0% rilevato nel 2017. Nei primi nove mesi
del 2019 persiste una crescita del 5,7% su base annua.
Il
dinamismo del mercato immobiliare non si trasmette sui prezzi
delle abitazioni che,
valutati in termini reali, continuano a mantenersi in territorio
negativo dal 2016. Nel confronto internazionale, al secondo trimestre
del 2019 i prezzi reali in Italia registrano un calo dello 0,8%, in
controtendenza rispetto alla dinamica degli altri paesi dell’Unione
Europea (a eccezione della Romania, che segna una flessione del
2,3%). Tra 2014 e 2019 l’Italia cumula una diminuzione dei prezzi
delle abitazioni del 7,9%, l’unico tra i paesi dell’Unione in
calo nel periodo in esame.
Nel
2019, circa un decimo (9,4%) delle famiglie è propenso alla
manutenzione
straordinaria dell’abitazione.
Su questo fronte è positiva la prevista conferma nella legge di
bilancio 2020 degli incentivi
fiscali per
le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico delle
abitazioni, anche se persistono forti
criticità connesse con lo sconto in fattura per l’ecobonus,
su cui Confartigianato
chiede l’abolizione di una norma lesiva della concorrenza.
Le
attività
di recupero degli
immobili assumono una centralità nell’attività delle imprese
delle costruzioni, addensando i tre quarti (74,0%) del valore della
produzione del settore, per un valore di 123,7 miliardi di euro. Nel
dettaglio, i lavori
che usufruiscono di incentivi fiscali valgono
28,1 miliardi di euro, pari al 16,8% della produzione del settore.
Gli
investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi 2030 su
clima ed energia indicati dall’Unione europea si concentrano per il
49% in interventi
finalizzati ad aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni,
un ambito in cui le micro e piccole imprese e l’artigianato delle
costruzioni giocano un ruolo cruciale.
Sul
lato dell’offerta,
nel
2018 le costruzioni sono il macro settore più dinamico in termini di
produttività
del lavoro con
una crescita del +2,2%, in controtendenza rispetto alla flessione
dello 0,3% del totale dell’economia; va ricordato, però, che nel
lungo periodo, tra 2014 e 2018, il settore evidenzia un ristagno
della produttività (-0,1%), a fronte di un aumento dello 0,3% del
totale dell’economia.
Al
secondo trimestre del 2019, l’occupazione
delle
costruzioni nell’Eurozona segna un aumento del 2,6% su base annua
e, tra i principali paesi, l’Italia è l’unico in calo, con una
variazione del -1,2% mentre la Spagna cresce dell’8,8%, la Francia
del 3,1% e la Germania dell’1,2%.
Su
questo fronte va ricordato che il settore delle costruzioni è quello
che ha registrato il maggiore impatto negativo dei due
cicli recessivi profondi e prolungati dell’economia italiana,
segnando una perdita di 551 mila occupati nell’arco di dieci anni.
Il
trend dell’occupazione presenta ampie differenziazioni a livello
territoriale: tra le principali regioni italiane spunti positivi
arrivano dall’Emilia-Romagna,
che fa registrare un aumento del 10,8%, dal Veneto
con
il +5,8% e dal Lazio
con
il +4,4%. All’opposto, segnali negativi pervengono dalla Toscana,
che
registra un calo del 6,6%, la Puglia
è
a -4,1%, il Piemonte
a
-3,9%, la Sicilia
a
-3,7%, la Campania
a
-2,9% e la Lombardia
a
-1,4%.