Il settore privato (imprese e
istituzioni non profit) spende per la R&S intra-muros 15,2
miliardi di euro, di cui la quasi totalità (14,8 miliardi) sostenuta
dalle imprese. Le università spendono 5,6 miliardi, le istituzioni
pubbliche 2,9 miliardi.
Per il 2018, i dati preliminari
indicano un aumento della spesa complessiva per R&S delle imprese
e delle istituzioni pubbliche e private non profit (non sono ancora
disponibili i dati sulle università). Nel dettaglio, la spesa cresce
del 6,2% per le istituzioni private non profit, del 6,0% per le
istituzioni pubbliche e del 2,8% per le imprese.
Le previsioni fornite da imprese e
istituzioni confermano per il 2019 un ulteriore aumento della spesa
in R&S intra-muros sul 2018: istituzioni private non profit
+5,7%, istituzioni pubbliche +2,7% e imprese +0,8%.
Oltre i due terzi della spesa in R&S
in Italia è concentrata in cinque regioni Nel 2017, la classifica
delle regioni che spendono di più in ricerca e sviluppo resta
stabile rispetto all’anno precedente. Il 68,1% della spesa totale,
pari a 16,2 miliardi di euro, è concentrato in cinque regioni:
Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Con riferimento
al settore delle imprese, tale quota supera il 75%.
Rispetto al 2016, aumenta sensibilmente
la spesa delle imprese (+5,3%); lievemente, invece, la spesa
sostenuta dalle istituzioni pubbliche (+0,9%) e dalle università
(+0,2%), mentre diminuisce quella delle istituzioni private non
profit (-29,3%) . La spesa del settore privato (imprese e istituzioni
non profit) costituisce la principale componente della spesa totale
(64,1%), in crescita rispetto al 2016 (+0,8 punti percentuali).
In particolare, il settore delle
imprese contribuisce per il 62,4% alla spesa complessiva (+1,6 punti
percentuali rispetto all’anno precedente), mentre il 23,6% della
spesa è sostenuto dalle università e il 12,3% dalle istituzioni
pubbliche.
Con riferimento alle fonti di
finanziamento, nel 2017 la spesa in R&S è finanziata
prevalentemente dal settore privato (imprese e istituzioni non
profit), che contribuisce per il 55,2% (quota pari a 13,1 miliardi).
Seguono il settore delle istituzioni pubbliche con il 32,3% della
spesa (circa 7,7 miliardi) e i finanziatori stranieri (imprese,
istituzioni pubbliche o università estere), che partecipano
all’11,7% della spesa (circa 2,8 miliardi).
L’autofinanziamento si conferma la
modalità di finanziamento più importante nelle imprese e nelle
istituzioni pubbliche. In particolare, nel settore delle imprese la
quota di autofinanziamento risulta pari all’82,7% del totale della
spesa mentre il settore pubblico si autofinanzia per l’85,8%.
Nel 2017 la ricerca applicata si
conferma la principale voce di investimento (10 miliardi di euro,
pari al 42,1% della spesa complessiva). Seguono le attività di
sviluppo sperimentale, con una spesa pari a 8,5 miliardi (35,7% del
totale) e, infine, la ricerca di base con circa 5,3 miliardi (22,2%).
Crescono gli addetti alla R&S
intra-muros nelle imprese
Cresce, nel 2017, il personale
impegnato in attività di R&S, conteggiato sia in unità sia in
termini di unità equivalenti a tempo pieno (Etp). In particolare, il
personale impegnato in attività di R&S ammonta a 482.703 unità,
in forte aumento rispetto al 2016 (+10,9%). L’aumento è
attribuibile soprattutto al settore delle imprese (+20,5%) ed è
determinato prevalentemente dall’aumento del numero di imprese che
hanno svolto attività di R&S intra-muros nel 2017. Di minore
entità (+0,7%) è la crescita del personale nel settore pubblico. I
ricercatori aumentano del 5,2% in termini di unità (da 185.916 del
2016 a 195.560 nel 2017). L’incremento riguarda prevalentemente il
settore delle imprese (+13,4%), meno quello delle istituzioni
pubbliche (+2,4%).
In aumento le donne impegnate nelle
attività di R&S, ma meno degli uomini Nel 2017, le donne
impegnate in attività di R&S ammontano a 156.044 (+7,2% rispetto
al 2016). Tuttavia, il personale maschile cresce di più (+12,7%)).
L’incremento della componente femminile degli addetti alla R&S
è particolarmente elevato nelle imprese (+20,8%). Le ricercatrici
risultano pari a 67.131, in crescita del 2,6% rispetto all’anno
precedente.
Nonostante l’aumento generale della
componente femminile nella R&S, aumenta il gap di genere: nel
2017 le donne rappresentano circa un terzo degli addetti
complessivamente impegnati nella R&S, con una caduta di un punto
percentuale rispetto al 2016. A livello intersettoriale, si conferma
una grande variabilità della presenza femminile nelle attività di
R&S. La quota di donne, infatti, è notevolmente inferiore nelle
imprese, mentre negli altri settori la partecipazione femminile è
nettamente più ampia e raggiunge oltre la metà degli addetti e
ricercatori nelle istituzioni private non profit.
Nel 2018 gli stanziamenti per R&S
delle Amministrazioni centrali, Regioni e Province autonome salgono
del 16,8%, passando da 8,792 miliardi del 2017 a circa 10,272
miliardi del 2018. Per quanto riguarda la distribuzione dei
finanziamenti fra gli obiettivi socio-economici, quelli destinati
alle università sotto forma di Fondo di finanziamento ordinario
continuano a costituire la quota più rilevante (37,0%). Il resto
degli stanziamenti è orientato, in misura maggiore, verso le
produzioni e le tecnologie industriali (22,0%), l’esplorazione e
utilizzazione dello spazio (9,1%), la protezione e promozione della
salute umana (8,8%).