Notizie | 27 gennaio 2023, 18:09

Anagrafe imprese: bilancio 2022 positivo per il Nord Ovest

Anagrafe imprese: bilancio 2022 positivo per il Nord Ovest

Quasi 600 mila. Tante sono risultate le imprese attive al 31 dicembre scorso nelle tre regioni del Nord Ovest, un paio di migliaia in più rispetto a un anno prima. Nel 2022, infatti, sono state 31.617 le nuove aziende che si sono iscritte alle rispettive Camere di commercio del Nord Ovest, a fronte delle 29.666 che, invece, sono state cancellate dai relativi registri per avere chiuso definitivamente. Il saldo è appunto positivo per 1.951 imprese, che hanno portato il totale dello stock a 597.970.

In particolare, le imprese che hanno avviato l'attività nel 2022 sono state 22.879 in Piemonte, 8.111 in Liguria e 627 in Valle d'Aosta, regione che ha contato invece 577 cessazioni, a fronte delle 21.802 del Piemonte e le 7.267 della Liguria.

Quest'ultima ha fatto registrare un tasso di crescita dello 0,51% (0,97% nel 2021), inferiore alla media nazionale dello 0,79%, ma comunque superiore sia allo 0,41 della Valle d'Aosta (0,84% l'anno precedente) sia, soprattutto, dello 0,25% del Piemonte, che, però, nel 2021, aveva evidenziato una crescita dell'1,10%.

Tutti questi dati emergono dal nuovo rapporto di Movimprese e sono stati elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.

La loro disaggregazione consente di vedere anche la nati-mortalità delle imprese per ogni provincia del Nord Ovest: nel 2022, Alessandria ha contato 2.011 nuove iscrizioni e 2.168 cessazioni, Asti rispettivamente 1.195 e 1.139, Biella 656 e 773, Cuneo 3.347 e 3.478, Genova 4.091 e 3.478, Imperia 1.422 e 1.209, La Spezia 1.131 e 968, Novara 1.612 e 1.509, Savona 1.467 e 1.348, Torino 12.804 e 11.317, Verbania 526 e 676, Vercelli 728 e 742.

Come si vede, nelle province di Alessandria, Biella, Cuneo, Verbania e Vercelli le imprese nate sono state meno di quelle morte; mentre in tutte le altre, il saldo è risultato positivo: in particolare, nella provincia di Torino le nuove iscrizioni sono state quasi 1.500 in più delle cessazioni e in quella di Genova oltre 300 (per la precisione, 329).

Per quanto riguarda l'Italia intera, Unioncamere ha scritto che “sembra essersi assorbito, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese: dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo + 19mila imprese) e il rimbalzo del 2021 (+87mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 48mila attività in più tra gennaio e dicembre”.

A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto dell'aumento dell'1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio.

Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale.

Spostando l’attenzione dal saldo ai flussi che lo hanno determinato (aperture di nuove imprese e chiusure di imprese esistenti), il rientro delle “tensioni” sulla demografia d’impresa è avvenuto con un arretramento delle nascite (diminuite del 6% rispetto al 2021) e un’accentuazione delle cessazioni (+7,5%), con valori assoluti (313mila nuove aperture e 265mila chiusure) in entrambe i casi tra i più contenuti degli ultimi quindici anni.

Dopo il rimbalzo registrato nel 2021, anche in termini di crescita imprenditoriale, il saldo tra iscrizioni e cessazioni del 2022 è il miglior risultato in valori assoluti e in termini percentuali dal 2011 - sottolinea il segretario generale di UnioncamereGiuseppe Tripoli – E un terzo del saldo del 2022 si deve alle imprese del Mezzogiorno, aumentate di oltre 17mila, soprattutto grazie alla spinta delle costruzioni (che proprio al Sud segnano il tasso di crescita più elevato, +2,61%), e alla ripresa del turismo (+1,76% a fronte di un dato medio del +0,85%)”.


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