Notizie - 26 aprile 2021, 21:05

In sofferenza i tesori alimentari dei nostri borghi

Senza turismo per i blocchi e le limitazioni agli spostamenti imposti dall’emergenza Covid, sono in sofferenza i 5.266 tesori alimentari tradizionali dei borghi d’Italia, custoditi dagli agricoltori da generazioni. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti

L'olio extravergine della Riviera ligure di Ponente

L'olio extravergine della Riviera ligure di Ponente

Senza turismo per i blocchi e le limitazioni agli spostamenti imposti dall’emergenza Covid, sono in sofferenza i 5.266 tesori alimentari tradizionali dei borghi d’Italia, custoditi dagli agricoltori da generazioni. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, ricordando che questo patrimonio, unico al mondo, legato alla storia e all’economia dei territori, è un simbolo della grande creatività e qualità alla base del successo del Made in Italy nel mondo. “Un patrimonio da salvare che – sottolinea la Coldiretti – non ha solo un valore economico ma anche culturale, ambientale e che garantisce la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate”.

Il crollo del turismo straniero in Italia ha causato un buco di circa 27 miliardi, conseguente alle mancate spese dei viaggiatori esteri, che sono crollate del 61% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando il minimo da almeno venti anni. In pratica sei viaggiatori stranieri su dieci (59%) hanno dovuto rinunciare a venire in Italia nel 2020 per un totale di 57 milioni di turisti bloccati dall’emergenza. E il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola.

Il tesoro gastronomico italiano può contare – sottolinea la Coldiretti – su 1.578 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, più di 1.498 verdure fresche e lavorate, 809 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 503 formaggi, 291 prodotti gastronomici, 170 prodotti di origine animale fra miele e latticini, 166 preparazioni a base di pesci e molluschi, 164 fra birre, bevande analcoliche, distillati e liquori e 49 tipologie di burro e oli.

La Campania si piazza in testa alla classifica delle regioni con più specialità tipiche, ben 552, davanti a Toscana (461) e Lazio (436). A seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (398) e il Veneto (380), davanti al Piemonte con 342 specialità e alla Liguria, che può contare su 300 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 299 prodotti tipici censiti, la Calabria (269), la Lombardia (262), la Sicilia (264), la Sardegna (214), il Trentino Alto Adige (195), il Friuli-Venezia Giulia (178), il Molise (159), le Marche (154), l’Abruzzo (149), la Basilicata con 149, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 36.

“Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura e una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio” ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando “la necessità di valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri”.



Ti potrebbero interessare anche:

SU