di Francesco Amadelli*
Nel 1929, la dirigenza Fiat decide di mandare in pensione il modello 509, nato nel 1925, sostituendolo con una vettura dalla linea più moderna e dalla meccanica più sofisticata: la Fiat 514. La vettura che anticipa quella che sarà la sua erede, la Fiat 508 Balilla, la cui carrozzeria sarà a 4 luci anziché a 6, come la sua progenitrice e anche la cilindrata sarà inferiore: 1.500cc la prima, 995cc la seconda.
La 514 fu progettata dall’ingegner Tranquillo Zerbi e lanciata in un momento in cui la popolazione italiana ha cominciato a dimenticare le privazioni della guerra e inizia ad assaporare i privilegi di un maggior benessere economico. Saranno poco meno di 37.000 gli esemplari costruiti comprese le versioni S, MM (Mille Miglia) e CA (Coppa delle Alpi). La produzione continuerà fino al 1932, anno in cui venne introdotta la Balilla.
La guida si fa più dolce e confortevole rispetto ai modelli costruiti in precedenza, sebbene i freni siano ancora meccanici (a bacchetta si diceva all’epoca) e non presentino grande affidabilità. Ne verrà costruita una versione “L” ovvero Lunga destinata ai taxi.
Il motore è a 4 cilindri in linea di 1.438cc posizionato anteriormente con trazione sulle ruote posteriori. L’impianto elettrico è ancora a 6 Volt (sulla Balilla sarà a 12 Volt).
Cambio a 4 marce + RM con comando a leva centrale. Ruote a disco 4,75X18 cioè leggermente più grandi della Balilla 4,00X17.
I carrozzieri troveranno pane per i loro denti, perché la vettura con le sue linee semplici, come semplice era la meccanica, ben si addice ad alcune applicazioni come la versione Cabrio, Spider e Torpedo. Le sospensioni si presentano identiche sia anteriormente sia posteriormente cioè ad assale rigido, balestre e ammortizzatori dapprima meccanici e in seguito idraulici. Lunghezza poco meno di 4 metri e larghezza poco meno di 1,50 mt. Velocità massima 80 Km/h.
Ne fu costruita una versione uguale in Spagna, negli stabilimenti Hispano di Guadalajara, non lontano da Madrid, che andarono distrutti nel corso della Guerra civile spagnola e verranno sostituiti da una fabbrica della neonata Seat, nei pressi di Barcellona, alla fine del conflitto. La città di Guadalajara fu insanguinata da una battaglia fra truppe franchiste e Brigate Internazionali delle quali facevano parte molti italiani: una sorta di nemesi storica, potremmo dire!
Tranquillo Zerbi nacque a Saronno nel 1891, si trasferirà in Svizzera e in seguito in Germania, ove frequenterà l’Università. Si specializzerà soprattutto nei motori diesel, ma non disdegnerà nessun altra forma di progetto sia esso aeronautico o ferroviario nel campo delle Littorine.
Rientrerà in Italia poco prima dello scoppio della I Guerra Mondiale e nel 1914 entrerà alla Franco Tosi, poi nel 1919 alla Fiat ideando i modelli da corsa dell’industria torinese fino all’uscita di quest’ultima dalle competizioni considerate dispendiose. Divenne capo dell’Ufficio Studi Speciali e ricevette la decorazione di Grand’Ufficiale. Morì per un’improvvisa crisi cardiaca nel 1939. E’ sepolto nel cimitero di Pecetto, sulla collina torinese.
*Storico dell'auto, scrittore