Notizie | 07 aprile 2023, 18:47

Nel 2022 minimo di nati e massimo di centenari

Per la prima volta meno di 400mila nascite e gli ultra centenari sono diventati quasi 22mila - I record della Liguria

Nel 2022 minimo di nati e massimo di centenari

Alla luce dei primi risultati provvisori, l'Istat ha comunicato la popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2023 è di 58,851 milioni, 179mila in meno sull’anno precedente, per una riduzione pari al 3‰ (3 per mille).

Prosegue, dunque, la tendenza alla diminuzione della popolazione, ma con un’intensità minore rispetto sia al 2021 (-3,5‰), sia soprattutto al 2020 (-6,7‰), anni durante i quali gli effetti della pandemia avevano accelerato un processo iniziato già nel 2014.

Sul piano regionale, la popolazione risulta in aumento solo in Trentino-Alto Adige (+1,6‰), in Lombardia (+0,8‰) e in Emilia-Romagna (+0,4‰). Le regioni, invece, in cui si è persa più popolazione sono la Basilicata, il Molise, la Sardegna e la Calabria, tutte con tassi di decrescita più bassi del -7‰.

Su base nazionale, il calo della popolazione è frutto di una dinamica demografica sfavorevole che vede un eccesso dei decessi sulle nascite, non compensato dai movimenti migratori con l’estero. I decessi sono stati 713mila, le nascite 393mila, toccando un nuovo minimo storico, con un saldo naturale quindi di -320mila unità.

Le iscrizioni dall’estero sono state pari a 361mila mentre 132mila sono state le cancellazioni per l’estero. Ne deriva un saldo migratorio con l’estero positivo per 229mila unità, in grado di compensare solo in parte l’effetto negativo del pesante bilancio della dinamica naturale.

Sul versante della mobilità interna, nel 2022 l'Istat rileva un aumento del volume complessivo dei movimenti del 4%, con 1,484 milioni di trasferimenti di residenza registrati tra Comuni contro 1,423 milioni.

La popolazione di cittadinanza straniera al 1° gennaio 2023 è di 5,050 milioni, in aumento di 20mila individui (+3,9‰) sull’anno precedente. L’incidenza degli stranieri residenti sulla popolazione totale è dell’8,6%, in leggero aumento rispetto al 2022 (8,5%). Quasi il 60% degli stranieri, pari a 2,989 milioni, risiede al Nord, per un’incidenza dell’11%, la più alta del Paese.

A livello regionale la Liguria (15,9‰) e il Molise (14,7‰) sono le regioni con il tasso di mortalità più alto, mentre il Trentino-Alto Adige (9,9‰) e la Campania (10,9‰) quelle con il tasso più basso. Le prime sono, infatti, quelle con una struttura della popolazione più anziana, le ultime invece quelle con la struttura più giovane del Paese.

Nel 2022, i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 393mila. Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti.

Questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. In realtà, tra le cause pesano molto tanto il calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni). Prosegue quindi la tendenza alla riduzione dei progetti riproduttivi, già in atto da diversi anni nel nostro Paese, con un’età media al parto stabile rispetto al 2021, pari a 32,4 anni.

La popolazione ultrasessantacinquenne, che nell’insieme raccoglie 14,177 milioni individui a inizio 2023, costituisce il 24,1% della popolazione totale contro il 23,8% dell’anno precedente. Nel caso specifico delle persone molto anziane, più colpite dalla super-mortalità, ovvero gli ultraottantenni, si riscontra comunque un incremento che li porta a 4,530 milioni a rappresentare il 7,7% della popolazione totale, contro il 7,6% dell’anno precedente.

Risultano al contrario in diminuzione tanto gli individui in età attiva quanto i più giovani: i 15-64enni scendono da 37.489 milioni (63,5%) a 37.339 milioni (63,4%), mentre i ragazzi fino a 14 anni di età scendono da 7.490 milioni (12,7%) a 7,334 milioni (12,5%).

La Liguria è la regione più anziana, con una quota di over 65enni pari al 28,9% e una di ultra 80enni del 10,4%. Seguono il Friuli-Venezia Giulia (26,9% e 9,1%) e l’Umbria (26,8% e 9,2%). La regione con le percentuali più basse di ultrasessantacinquenni e ultraottantenni è la Campania (20,6% e 5,6%), seguita dal Trentino-Alto Adige (21,8% e 7%) e dalla Sicilia (22,9 e 6,7%).

Il numero stimato di ultracentenari raggiunge nel 2022 il suo più alto livello storico, sfiorando la soglia delle 22mila unità, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente. Nel corso degli ultimi 20 anni, grazie a un incremento di 15mila unità, il numero di ultracentenari è triplicato.