L’Area Studi Mediobanca ha presentato la nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo (Grande distribuzione organizzata) italiana e internazionale, a prevalenza alimentare, che aggrega i dati economici e finanziari di 130 aziende nazionali e di 31 maggiori player internazionali per il periodo 2017-2021. Per l’Italia la copertura è stimata pari al 97,6% del mercato.
I dati preliminari dei grandi retailer internazionali quotati indicano vendite nel 2022 in aumento del 7,8% ma con un calo dei margini industriali del 6,2%.
Invece, per la Gdo italiana è attesa una crescita del 6,7% dei ricavi 2022 con l’ebit margin in calo all’1,4% dal 2,4% del 2021.
L’inflazione minaccia la tenuta della domanda, in calo del 6% a gennaio 2023, erodendo il potere di acquisto dei consumatori, nonostante per il 2023 si preveda un ulteriore incremento dei ricavi del 2,8%.
La ricerca di maggiori opportunità di risparmio da parte dei consumatori spinge, in particolare, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) che raggiungono nel 2022 vendite pari a 12,8 miliardi (+9,4% sul 2021) e il canale dei discount proiettati oltre il 22% del mercato (17,4% nel 2017).
In calo la pressione promozionale, dal 28,3% del 2019 al 22,4% di settembre 2022 quale primo argine di difesa della Gdo all’incertezza sui costi e ai problemi di approvvigionamento. Prosegue la crescita del canale on-line (+10,5% sul 2021) ma comunque fermo intorno al 3% del fatturato complessivo.
La concentrazione del mercato italiano è stabile: la market share dei primi cinque retailer è pari al 57,1%, restando al di sopra di quella della Spagna (49,8%), ma lontana da Paesi Bassi (80,1%) Francia (78,4%), Gran Bretagna (75,4%) e Germania (75%).
Forte dinamismo nella Distribuzione organizzata: il relativo peso è passato dal 33,3% del 2017 al 37,9% nel 2021. Nel periodo 2018-2021, 14 operatori indipendenti sono entrati nel perimetro della Distribuzione Organizzata, altri 5 si sono spostati all’interno del segmento.
VéGé è l’operatore che ha attratto il maggior numero di nuovi associati (9), D.IT ha associato 3 società, due nuovi ingressi per Selex e Crai e uno ciascuno per C3, Agorà e Despar.
Le curiosità nei conti dei singoli operatori MD è campione di crescita delle vendite tra il 2017 e il 2021: +9,7% medio annuo, seguita da Lidl Italia (+8%) e Agorà (+7,6%). Seguono il discount Eurospin (+6,9%), Conad (+6,7%) e Selex (+5,2%).
Eurospin si afferma regina di utili cumulati tra il 2017 e il 2021: 1,286 miliardi, superando Esselunga (1,195). A poca distanza VéGé a 1,078 miliardi e Selex (1,056). Carrefour ha cumulato perdite per 766 milioni, Coop per 410 milioni e Penny Market per 43 milioni.
Coop Alleanza 3.0 è la maggiore cooperativa italiana con vendite nel 2021 pari a 4,301 miliardi, seguita PAC 2000 A (Gruppo Conad) a 3,921 miliardi e Conad Nord Ovest a 2,671 miliardi, che precede Unicoop Firenze a 2,349 miliardi. Negli ultimi 5 anni le Coop hanno realizzato proventi finanziari netti per 826 milioni e subìto svalutazioni finanziarie per 850 milioni.
Le aziende della distribuzione organizzata con fatturato superiore a 500 milioni annui sono venticinque, dal Gruppo Unicomm con 2,413 miliardi, alla Migross con 509 milioni. Gruppo Arena presenta l’indice di redditività del capitale investito (Roi) migliore nel 2021, pari al 23,4%, seguito da altri tredici gruppi con indici in doppia cifra.
In aggregato i venticinque maggiori operatori fatturano 26,7 miliardi, sono cresciuti nel 2021 del 4,1% e segnano un Roi medio del 7,6%.
Nel 2021 i maggiori retailer internazionali hanno registrato un fatturato che oscilla tra i 501,3 miliardi della statunitense WalMart e i 20,9 miliardi della portoghese Jeronimo Martins.
Nel 57,6% delle società non cooperative della Gdo italiana, le deleghe operative sono concentrate nelle mani di un solo soggetto. I componenti dei cda a maggiore longevità (Matures) rappresentano il 23,4% delle posizioni con deleghe operative, i Baby Boomers sono la fascia generazionale più rappresentata (39,1%), gli appartenenti alla Gen X e i Millennials rivestono rispettivamente il 23,4% e il 14,1% delle cariche.
Quanto alla composizione dei board per genere, le donne occupano il 22,8% delle cariche, quota che sale al 29% nei cda delle società cooperative.