A febbraio, in Italia, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati dello 0,8% rispetto a un anno fa, ammontando così a 1.320 miliardi. Tale evidenza emerge dalle stime dell'Abi basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia.
A a seguito dei rialzi dei tassi Bce, i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento hanno evidenziato le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,66% (3,53% nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese al 3,90% (3,72% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni il 3,79% (3,59% il mese precedente, 5,72% a fine 2007).
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a gennaio sono ammontate a 15,3 miliardi di euro, in aumento di circa 1 miliardo rispetto al mese precedente (+7,3%) ma inferiori di circa 2 miliardi rispetto a gennaio 2022.
Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi) il calo è di 73,6 miliardi. 5. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari allo 0,88% a gennaio 2023 rispetto all’1,04% di gennaio 2022 (4,89% a novembre 2015).
Quanto alla raccolta bancaria, a febbraio, quella diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in calo dell’1,6% su base annua. I depositi sono scesi, nello stesso mese, di 39,7 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a -2,2% su base annuale), calando così a 1.787,5 miliardi; mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è cresciuta del 3,7% rispetto a un anno prima.
La riduzione dei depositi è imputabile prevalentemente alle imprese, che avevano registrato tra dicembre 2019 e luglio 2022 un incremento dei depositi di oltre 130 miliardi di euro, mentre per la raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente della clientela) si rileva un incremento di circa 133 miliardi tra gennaio 2022 e gennaio 2023, di cui 73,2 miliardi riconducibili alle famiglie, 22,2 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
A febbraio 2023, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) in Italia è cresciuto allo 0,71%,(0,65% nel mese precedente) a effetto del tasso dello 0,54% praticato sui soli depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito); in particolare, il tasso praticato sui soli depositi in conto corrente è lo 0,21%, tenendo conto che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.
Il tasso sui PCT cresce al 2,00% (1,21% il mese precedente) e il rendimento delle obbligazioni in essere al 2,23% (2,17% nel mese precedente). Inoltre, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a gennaio 2023 era in aumento al 2,01% (0,49% a gennaio 2022) e il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è passato dall’1,48% di gennaio 2022 al 5,08% di gennaio 2023.