Nel 2022, tutte le regioni italiane ha registrato incrementi dell’export in valore, a eccezione del Molise (-12,1%): i più marcati sono stati quelli di Marche (+82%), Sardegna (+61,8%) e Sicilia (+56%), i più contenuti quelli di Basilicata (+0,4%) e Abruzzo (+2,1%).
Per quanto riguarda le tre regioni del Nord Ovest, l'Istat ha attribuito un aumento del 33,6% alla Valle d'Aosta, il 32,8% alla Liguria e il 18,5% al Piemonte.
La performance positiva della Lombardia (+19,1%) spiega da sola un quarto della crescita dell’export nazionale.
Nel 2022, l’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche, in particolare, e Toscana e di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia spiega per 2,9 punti percentuali la crescita dell’export nazionale; un ulteriore contributo di 1,6 punti deriva dalle esportazioni di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna.
All’opposto, la contrazione dell’export di autoveicoli da Abruzzo, Lombardia, Toscana, Molise e Lazio spiega il calo delle esportazioni di 0,4 punti percentuali.
Nell’insieme dell’anno, i contributi maggiori alla crescita dell’export nazionale su base annua derivano dall’aumento delle vendite della Lombardia verso Stati Uniti (+37%), Germania (+20,3%), Svizzera (+31,9%), Spagna (+27,7%) e Francia (+13,9%), delle Marche verso Belgio (+345,5%) e Stati Uniti (+155,5%) e dell’Emilia-Romagna verso gli Stati Uniti (+31,2%).
Per contro, apporti negativi provengono dal calo dell’export di Toscana (-14,2%) e Veneto (-9,7%) verso la Svizzera, di Lombardia e Piemonte verso la Russia (rispettivamente -24,5% e -36,7%) e dell’Emilia-Romagna verso il Giappone (-19,6%).
L’analisi provinciale dell’export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Ascoli Piceno, Torino, Siracusa, Cagliari, Brescia, Vicenza, Bergamo, Modena, e Firenze. Si segnalano dinamiche negative per Chieti, Piacenza, Campobasso, Massa-Carrara, Potenza, Crotone e Palermo.
Relativamente al solo Piemonte, l'Unioncamere regionale ha precisato che nel 2022 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato sui 59 miliardi di euro.
Sul fronte delle importazioni, il Piemonte nel 2022 ha registrato un’espansione del 29,4% rispetto all’anno precedente: il valore dell’import piemontese di merci è salito a 45,8 miliardi di euro.
Il saldo della bilancia commerciale, pari a 13,2 miliardi di euro, permane, dunque, di segno positivo, ma in calo di circa 1,3 miliardi rispetto all’anno precedente, quando si attestava a 14,5 miliardi.
Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte, ha commentato: “È indubbio che il Piemonte ha tutti gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare le sfide mondiali e per far conoscere, oltre i nostri confini, la qualità e l'eccellenza dei propri prodotti e servizi. Le istituzioni devono, però, affiancare il lavoro quotidiano delle aziende con politiche il più possibile strategiche e di visione, con una forte attenzione ai temi della digitalizzazione e dell'innovazione dei processi: solo così potremo rafforzare la competitività dei nostri territori, soprattutto in un momento storico così difficile per l'economia mondiale, stretta tra la crisi energetica e guerra in Ucraina”.
Con la quota del 26%, la Lombardia si è confermata la prima regione per export a livello nazionale; al secondo posto per incidenza sul totale italiano si colloca l’Emilia-Romagna con il 13,5%. Terzo per peso (13,1%) il Veneto, mentre il Piemonte si è confermato al quarto posto con la quota del 9,4% delle esportazioni complessive nazionali, dato inferiore al 2021 (9,6%).
Come nel 2021, anche nel 2022 tutti i principali settori export-oriented del Piemonte hanno vissuto una crescita significativa. I mezzi di trasporto si confermano il primo settore per l’export regionale, con la quota del 22,4% e registrano una crescita del 36,1% rispetto al 2021. Al secondo posto per vendite oltre confine si colloca il comparto meccanico (+11,3%). L’alimentare, con l'export per oltre 8 miliardi occupa la terza posizione, evidenziando un incremento a doppia cifra delle esportazioni (+13%). La chimica segna una crescita tendenziale del 28% e i metalli incrementano le vendite all’estero del 15,8%. Il comparto tessile (+24,5%) accelera rispetto al 2021 e realizza un aumento superiore a quello medio regionale. La gomma plastica, che incide sul totale export piemontese per il 6,1%, ottiene il risultato più modesto, crescendo solo di 1,1 punti percentuali.
Concentrando l’attenzione sul comparto dei mezzi di trasporto, emerge come l’incremento evidenziato nel 2022 rispetto al 2021 sia stato particolarmente intenso per le automobili (+68,7%), grazie soprattutto alla Fiat 500 elettrica e alla Maserati; i prodotti dell’aerospazio (+48%), i componenti autoveicolari (+12,9%) e la nautica (+30,4%); in sofferenza, invece, il ferro-tranviario (-27,3%).
La performance dell’export piemontese verso i mercati comunitari è risultata particolarmente positiva (+20,7%). Il risultato è dovuto principalmente al trend registrato dalle esportazioni piemontesi verso la Germania (+23,1%), primo mercato per le vendite della regione all’estero. Una crescita importante (+19,2%) è stata registrata dall’export verso la Francia, secondo mercato di riferimento. Le vendite verso la Spagna hanno segnato un aumento del 18,7%.
Tra i principali mercati Ue 27, incrementi a doppia cifra caratterizzano anche l’export verso la Polonia (+15,6%), il Belgio (+24,9%) e i Paesi Bassi (+27,6%).
Le vendite piemontesi dirette ai Paesi extra-Ue 27 hanno mostrato, nel corso del 2022, un trend lievemente inferiore rispetto a quello medio complessivo, registrando un aumento del 15,7% rispetto all’anno precedente. Su questo risultato hanno influito pesantemente le dinamiche evidenziate verso il mercato statunitense (+18,3%), quello britannico (+11,3%) e quello svizzero (+19,8%). Intensa anche la crescita verso la Turchia (+41,3%), meno elevata rispetto alla media quella cinese (+7,2%).
Il mercato russo (-36,7%) e quello ucraino (-36,4%) registrano entrambi cali molto elevati, ma incidono solo più rispettivamente lo 0,9% e lo 0,2% sul totale delle esportazioni piemontesi.
A livello provinciale il 44,8% dell’export regionale è generato dalle imprese di Torino, seguono quelle cuneesi con il 16,6%, le aziende di Alessandria e Novara rispettivamente con l'11,5% e il 10,8%. In termini di dinamica sul 2021 le crescite maggiori contraddistinguono Torino (+27,5%) e Biella (+24,1%), quelle meno intense Cuneo (+7,1%) e Asti (+7,9%).