Notizie | 16 febbraio 2023, 17:55

Mutui: solo 300 mila rinegoziabili

Mutui: solo 300 mila rinegoziabili

Il 2023 si è aperto con un andamento della domanda di credito delle famiglie italiane a due velocità. Da un lato, abbiamo la contrazione strutturale delle richieste di nuovi mutui immobiliari e surroghe, che perdura ormai da un anno e che fa segnare a gennaio un complessivo -22,8% (la dinamica restrittiva è influenzata dal venire meno della spinta delle surroghe, che nel periodo gennaio-ottobre 2022 segnano un -58,2%, mentre i nuovi mutui erogati registrano una flessione ancora modesta, precisamente del -2,4%).

Dall'altro lato, invece, sempre a gennaio continua invece a crescere l’importo medio dei mutui richiesti, che segna un +3%, attestandosi a 147.319 euro, cifra record degli ultimi 10 anni.

La domanda di mutui è controbilanciata dalla vivacità delle richieste di prestiti, che, nel complesso di finanziamenti personali e finalizzati, hanno visto un incremento dell'11,7% rispetto a gennaio 2022, spinto dal +31,4% dei prestiti personali.

Queste le principali evidenze che emergono dal Barometro Crif sull’andamento delle richieste di credito da parte delle famiglie nel mese appena trascorso.

Dopo la stretta della Banca Centrale Europea che ha innalzato i tassi di interesse, la cosiddetta “Manovra Mutui”, inserita dal Governo all’interno della Legge di Bilancio 2023, mira a fungere da strumento correttivo per dare sollievo alle famiglie.

Nello specifico, la Manovra prevede per l’intestatario di un mutuo immobiliare a tasso variabile la possibilità di rinegoziarlo e passare a un tasso fisso se si verificano le seguenti condizioni: tasso variabile per un importo iniziale finanziato inferiore ai 200.000 euro e una durata residua - all’atto della richiesta - inferiore ai 25 anni, a cui si somma un Isee inferiore ai 35.000 euro e uno storico regolare dei pagamenti delle rate.

Dall’analisi Crif sul proprio patrimonio informativo emerge che i mutui ipotecari a tasso variabile che rispecchiano le caratteristiche indicate nella Manovra e sono potenzialmente eleggibili alla rinegoziazione sono circa 300.000.

Nello specifico, il bacino potenziale che emerge dall’analisi mostra che il 60% dei mutui a tasso variabile ha un numero residuo di rate superiore a 120 e il 45% del totale ha un importo residuo superiore a 80 mila euro.

L’incidenza maggiore dei potenziali richiedenti risiede in Lombardia (24,8%), a seguire il Veneto (10,7%) e di poco inferiore l’Emilia-Romagna (9,9%). Il Piemonte è al quinto posto con l'8,1%,

in Liguria la quota è del 2,8% e dello 0,1% in Valle d'Aosta.

In scia con la dinamica positiva delle richieste di prestiti registrata nel 2022, a gennaio vi è un aumento record dei finanziamenti personali (appunto +31,4%) mentre quelli finalizzati all’acquisto di beni e servizi rimangono pressoché stabili con un +1,1%.

Se guardiamo all’importo medio della domanda generale di prestiti, il valore complessivo di gennaio è pari a 8.341 euro, il 4,1% in più rispetto a gennaio 2022.

Per quanto riguarda invece lo spaccato delle due forme tecniche, il Barometro Crif evidenzia che i prestiti finalizzati si attestano a un importo medio richiesto pari a 5.722 euro contro i 12.071 euro dei prestiti personali.

A livello generale – ha commentato Simone Capecchi, executive director di Crif - questo inizio d’anno mostra una domanda di credito resiliente agli scossoni macroeconomici, anche se gli elementi di incertezza risultano ancora molteplici. Da un lato abbiamo infatti le ripercussioni geopolitiche del conflitto russo-ucraino, dall’altro una pressione inflattiva galoppante che mina il potere d’acquisto delle famiglie. Cartina di tornasole di questo contesto incerto sono proprio i tassi variabili dei mutui che a oggi sono da considerarsi uno degli investimenti più onerosi per le famiglie, l’Euribor è infatti salito al 2,57% e l'Eurirs a 30 anni al 2,37%. Si prevede, pertanto, che nei prossimi mesi, complice la ‘Manovra Mutui’, la surroga ritornerà a essere uno strumento importante per tutti quei consumatori interessati a bloccare la fluttuazione della rata mensile per la durata residua del finanziamento”.

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