Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato i risultati d’esercizio e consolidati al 31 dicembre 2022, “che confermano la capacità del gruppo di generare una solida redditività e di creare valore per tutti gli stakeholder, anche in contesti complessi, grazie al modello di business ben diversificato e resiliente”, con un utile netto che ha raggiunto 5,5 miliardi di euro, escludendo il de-risking Russia/Ucraina (nel secondo semestre è stata ridotta del 68% - circa 2,5 miliardi di euro - l’esposizione verso la Russia, scesa sotto lo 0,3% dei crediti a clientela complessivi).
L’utile netto contabile è pari a 4.354 milioni di euro. “Intesa Sanpaolo – si legge nel suo comunicato - è pienamente in grado di continuare a operare con successo in futuro, potendo contare sui punti di forza che contraddistinguono il gruppo: in particolare la redditività resiliente, la solida patrimonializzazione, lo status di Banca a “zero Npl” e l’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi”. Per cui è confermato l’obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto al 2025.
Il cda ha quindi deliberato di proporre alla prossima assemblea dei soci la distribuzione di oltre tre miliardi di euro (per la precisione 3.047.836.282) valere sull’utile 2022, corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato, che, tenendo conto dell’acconto dividendi pagato lo scorso novembre pari a 1,4 miliardi, porta alla proposta di distribuzione di 1.648.228.114 euro a saldo.
Sulla base dell’attuale numero di 18.988.803.160 azioni ordinarie in cui è suddiviso il capitale di Intesa Sanpaolo, il saldo dividendi è pari a 8,68 centesimi di euro per azione. Tale distribuzione, se approvata dall’assemblea, avrà luogo a partire dal 24 maggio 2023.
Allora, la fondazione torinese Compagnia di San Paolo, titolare del 6,261% del capitale della banca conferitaria, riceverà un dividendo di 103,2 milioni di euro.
Rapportando l’importo unitario a saldo di 8,68 centesimi di euro al prezzo di riferimento dell’azione registrato ieri, risulta un rendimento (dividend yield) pari a 3,5%; se si rapporta anche l’importo unitario di 7,38 centesimi di euro corrisposto come acconto nello scorso novembre, il dividend yield complessivo a valere sull’esercizio 2022 risulta pari a 6,5%.
Al 31 dicembre 2022, deducendo dal capitale 1,4 miliardi di acconto dividendi 2022 pagato a novembre 2022, 1,648 miliardi di saldo dividendi 2022 proposto e 3,4 miliardi di euro di buyback, il Cet1 è risultato pari al 13,8%.
Il cda ha anche deliberato di dare esecuzione al buyback per il restante ammontare di 1,7 miliardi di euro autorizzato dalla Bce. Il buyback verrà effettuato nel rispetto dei termini autorizzati, che in particolare prevedono l’acquisto delle azioni proprie e il loro annullamento entro la data di stacco del dividendo relativo al bilancio di esercizio chiusosi al 31 dicembre 2022, ossia entro il 22 maggio 2023.
A supporto all’economia reale, Intesa Sanpaolo può vantare di avere dato nel 2022 nuovo credito a medio-lungo termine per circa 81 miliardi, 58 dei quali in Italia, di cui circa 52 erogati a famiglie e piccole e medie imprese; inoltre, ha riportato circa 4.000 aziende italiane in bonis da posizioni di credito deteriorato nel 2022 e oltre 137.000 dal 2014, preservando rispettivamente circa 20.000 e 690.000 posti di lavoro
Al 31 dicembre 2022, la struttura operativa del gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 4.565 sportelli bancari - 3.611 in Italia e 954 all’estero - e 95.574 persone.
Il comunicato della banca presieduta dal torinese Gian Maria Gros-Pietro e guidata da Carlo Messina riporta, fra l'altro, che le iniziative industriali del Piano di Impresa 2022-2025 sono ben avviate ed è confermato l’obiettivo dell'utile netto di 6,5 miliardi nel 2025, con un chiaro e forte rialzo derivante dall’aumento dei tassi di interesse.
Per il 2023, in particolare, prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (crescita di circa 2,5 miliardi), da un continuo focus sul cost management e un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti, con un conseguente utile netto ben al di sopra dei 5,5 miliardi di utile netto 2022.