Il 30 consiglio di amministrazione di UniCredit, partecipato anche dalla Fondazione Crt di Torino, che ne è ancora uno dei maggiori azionisti, ha approvato i risultati consolidati di gruppo al 31 dicembre 2022, che “dimostrano la compiuta trasformazione di UniCredit quale banca con una più solida posizione patrimoniale e in grado di resistere alle pressioni macroeconomiche”.
Fra l'altro, l’esposizione cross-border della Russia è stata adeguatamente gestita e ridotta nel corso dell’anno, a costi minimi, complessivamente del 66%, ovvero di circa 4,1 miliardi euro, grazie ad azioni proattive e disciplinate.
Grazie al migliorato contesto dei tassi di interesse, al basso costo del rischio, alla riduzione strutturale dei costi e ai progressi compiuti in termini di efficienza patrimoniale, UniCredit annuncia l’utile netto atteso per il 2023, inclusa la Russia, sostanzialmente in linea con l’utile netto di gruppo del 2022, che è stato di 5,2 miliardi (+47,7%), così che l'obiettivo è una distribuzione per il 23 sostanzialmente in linea con quella del 2022.
Il gruppo, esclusa la Russia, ha conseguito una crescita record dei ricavi netti, ammontati a 4,7 miliardi nel quarto trimestre (+34,9% sullo stesso periodo 2021) e a 18,1 miliardi per l'intero 2022, con un incremento del 14,7% anno su anno. E il margine di interesse è salito a 3,2 miliardi nel quadrimestre e a 9,9 miliardi al 31 dicembre (+16% rispetto alla stessa data 2021). Le contenute rettifiche su crediti sono diminuite nel trimestre del 17,8% anno su anno.
Escludendo la Russia, nel 2022 i costi operativi sono diminuiti del 2,6%, preservando al contempo la crescita dei ricavi, nonostante le significative pressioni inflazionistiche pari quasi al 9% nelle aree geografiche in cui UniCredit è presente. Il Cet1 è del 16%, già dedotti l’impatto del quadro normativo avverso, il dividendo accantonato per il 2022 e l’impatto della Russia.
I risultati eccellenti e l’attenzione a rendimenti sostenibili e attrattivi sono comprovati da una distribuzione relativa al 2022 pari a 5,25 miliardi, con un aumento di 1,5 miliardi rispetto all’anno precedente, con una proposta di dividendo in contanti di 1,91 miliardi e riacquisto di azioni proprie di circa 3,34 miliardi (UniCredit intende eseguire il riacquisto di azioni proprie in due tranche, la prima pari a circa 2,34 miliardi, da avviare immediatamente dopo l’approvazione da parte dell’assemblea degli azionisti calendarizzata per il 31 marzo 2023, mentre la seconda, pari circa a 1 miliardo, è attesa durante la seconda meta del 2023).
Il proposto dividendo in contanti pari a 1,91 miliardi, in rialzo del 63% e che corrisponde a un payout ratio del 35% sull’utile netto di gruppo esclusa la Russia, rende possibile proporre un DPS pari a 98,72 centesimi di euro, con una crescita dell’ 84% anno su anno, a riprova della capacità di UniCredit di generare un valore significativo per gli azionisti.
Andrea Orcel, amministratore delegato della banca originata dalla fusione della Cassa di Risparmio di Torino, Cariverona e Credito Italiano - ha commentato: “UniCredit ha conseguito una serie di risultati finanziari eccezionali, che dimostrano i progressi significativi nel percorso di trasformazione industriale e la capacità di ottenere performance eccellenti in tutto il ciclo. Abbiamo conseguito un utile netto di 5,2 miliardi sull’intero esercizio, il nostro miglior risultato in oltre un decennio. La nostra attenzione alla crescita, alla disciplina dei costi e all'efficienza patrimoniale hanno portato il Rote al 10,7%, superando l'obiettivo UniCredit Unlocked”.
Orcel ha aggiunto: “Siamo cresciuti per otto trimestri consecutivi, chiara testimonianza della trasformazione di UniCredit, che ha dimostrato resilienza e forza. La crescita a due cifre dei ricavi netti anno su anno è stata sostenuta da uno slancio commerciale positivo, da un contesto di tassi d'interesse favorevole, dalla riduzione dei costi che non prescinde dagli investimenti per il futuro e nonostante un'inflazione senza precedenti, e da un costo del rischio costantemente basso. Abbiamo chiuso l'anno con un Cet1 ratio contabile del 16 %, sostenuto dalla generazione organica di capitale leader nel settore".
Orcel ha concluso:"Intendiamo distribuire 5,25 miliardi complessivamente tra dividendi e riacquisti di azioni proprie per il 2022, con un incremento di 1,5 miliardi rispetto all'anno precedente, ovvero un aumento di oltre l’ 80% del DPS, fatte salve le debite approvazioni. Stiamo rispettando il nostro impegno verso gli azionisti di una politica di distribuzione sostenibile e attrattiva, mantenendo al contempo la nostra solidità patrimoniale”.