In Piemonte, l'anno scorso, sono state richieste 42.086.302 ore di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga), il 29,6% in più rispetto al 2019 e 8.290.577 ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps (coprono i lavoratori privi di strumenti di sostegno al reddito), in crescita del 1.151,8%. Complessivamente, quindi, sono state utilizzate 50.376.879 ore di ammortizzatori sociali (+52,1%).
Lo evidenziano i dati del Servizio lavoro, coesione e territorio della Uil nazionale, la quale ha aggiunto che in tutta l'Italia sono state autorizzate 594.505.378 ore, con un incremento del 115,2% e il Piemonte è risultato la quarta regione per utilizzo di ammortizzatori sociali, dopo Lombardia, Lazio e Veneto.
Le province piemontesi, considerando solo le ore di cassa integrazione, hanno fatto registrare il seguente andamento: Asti +222,3%, Cuneo +157,3%, Alessandria +53,4, Biella +32,6%, Torino +18,6%, Verbania +13,7%, Novara +3,2, Vercelli -13,2%.
Torino, con 27.197.631 ore, è la terza provincia per utilizzo di cassa integrazione in Italia, dopo Roma e Milano.
Gianni Cortese, il segretario generale della Uil Piemonte, ha commentato: “Il rapporto sintetico sul 2022 e il raffronto con gli anni precedenti evidenziano l’utilizzo eccezionale di ammortizzatori sociali negli anni 2020 e 2021. Per valutare il ritorno alla normalità preferiamo, pertanto, confrontare l’anno appena trascorso con il 2019 ante Covid. I dati confermano le difficoltà della nostra regione e fanno aumentare le preoccupazioni, in particolare se associati all’aumento della precarietà e della povertà, perché si tratta di fattori che minano il tessuto sociale e aumentano le disuguaglianze”.
“Per invertire il trend – ha concluso Cortese - bisognerebbe utilizzare efficacemente i fondi del Pnrr e quelli del settennato europeo, parzialmente erosi dall’inflazione derivante dall’aumento dei costi di beni e servizi. Un effetto moltiplicatore degli investimenti sarebbe possibile con una sapiente regia politica delle istituzioni e con il coinvolgimento vero delle forze sociali e degli stakeholders dei territori”.