Notizie - 17 gennaio 2023, 19:22

"In gran forma il sistema universitario piemontese"

L'intervento del rettore Guido Saracco all'inaugurazione del nuovo anno accademico del Politecnico di Torino

"In gran forma il sistema universitario piemontese"

“Il sistema universitario piemontese è in gran forma. A fronte di un calo nazionale delle immatricolazioni del 2%, legato alla denatalità, le università piemontesi hanno avuto anche quest’anno un incremento del numero delle matricole secondo un trend di crescita che prosegue da anni”. Lo ha detto Guido Saracco, il rettore del Politecnico di Torino, all'inaugurazione del nuovo anno accademico.

L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ha fondato in Italia la Laurea in Scienze Gastronomiche, oggi erogata in altre 14 università italiane, accoglie più della metà dei propri studenti dall’estero, grazie alla sua fama diffusa in tutto il mondo, e il sostegno di 150 imprese e istituzioni.

L’Università del Piemonte Orientale (Upo), in poco più di vent’anni dal suo insediamento (1998) ha fatto balzare la percentuale di laureati del suo territorio di riferimento da 3,1% a 23,8%, a testimoniana del formidabile ruolo di ascensore sociale che ha svolto. Il 77,6% dei laureati di Upo ha portato per la prima volta una laurea in famiglia, un record a livello nazionale.

L’Università di Torino quest’anno ha registrato un significativo primato nella crescita delle immatricolazioni con un +10% affermandosi in numerose iniziative del Pnrr e continuando a eccellere in Piemonte per la qualità della ricerca scientifica con ben otto dipartimenti accreditati come eccellenti su 27.

E il Politecnico di Torino, oltre a un costante incremento dei suoi studenti, che oramai superano le 39.000 unità da 35.000 che erano nell’anno accademico 2017/2018, ha visto nello stesso arco temporale: il raddoppio del numero di dottorandi, passati nello da 700 a quasi 1-500; passare da 950 a 1.290 i propri ricercatori e professori; passare da 878 a 1.068 i propri tecnici, amministrativi e bibliotecari.

“Grazie alla tenacia dei nostri professori e ricercatori e al successo registrato nei bandi Pnrr – ha aggiunto Saracco - porteremo i nostri proventi esterni per la ricerca a quasi 100 milioni di euro all'anno, record storico, a cui si sommano gli 80 milioni di euro per investimenti in infrastrutture di innovazione Pnrr che, integrati di altrettanti fondi di origine industriale, ci consentiranno di arricchire i nostri laboratori della sede centrale di ingegneria, dell’Energy Centre e della Città dell’Aerospazio, nonché di realizzare un pista per test su strada di veicoli elettrici, connessi o a guida autonoma a Trino Vercellese. Completamente alimentata da energia elettrica rinnovabile, di essa hanno un estremo bisogno le imprese del settore automotive del nostro territorio”.

Secondo il rettore di Polito, per far ripartire l’ascensore sociale non servono solo le opportunità di lavoro di qualità che luoghi come le nostre Ccc e le imprese che vi si insedieranno genereranno: servono anche competenze nuove.

“Dato il continuo evolversi del mondo del lavoro dovremo presto metterci nell’ottica di formare gli studenti a inventarsi il proprio lavoro. Occorre esaltarne la creatività” ha detto ancora Saracco. Il quale, fra l'altro, ha sottolineato che “Torino attende da tempo una chiave per uscire dalla cantilena ricorrente del declino inevitabile” e lui crede che questa chiave sia la rigenerazione urbana e territoriale che le università possono generare.

“Se sapremo costruire quelle Comunità di Conoscenza e Innovazione – ha precisato - alle quali già stiamo lavorando su molteplici direttive, dall’economia circolare, alla mobilità, all’aerospazio, al digitale: luoghi fisici e in rete per promuovere la collaborazione tra Università, Industria, Stato e i corpi intermedi tipici di ciascun territorio (fondazioni bancarie, associazioni datoriali, sindacali, ordini professionali, ecc.) indispensabile per instaurare nel nostro Paese un’economia della conoscenza, oggi unico modello proponibile per rimettere in moto l’ascensore sociale e trovare una nuova via allo sviluppo”.

Saracco ha concluso: Le Università possono avere qui un ruolo essenziale almeno in almeno tre direzioni: restituire fiducia nel futuro agli italiani e promuovere, come parte della soluzione, la generazione di nuovi posti di lavoro. Inoltre, potremo contribuire a rendere le nostre imprese più solide, capaci di operare produzioni ad alto valore aggiunto, meglio gestite, capaci di offrire posti di lavoro più stabili e orari/metodi di lavoro più umani; promuovere l’attrazione di studenti stranieri nei nostri atenei, formando persone con le nostre competenze e i nostri valori che possano trovare un lavoro di qualità e un futuro per le loro famiglie da noi, sopperendo al nostro calo demografico; realizzare, infine, azioni di formazione all’estero, insediando sedi universitarie in Paesi emergenti per formare in loco professionisti in grado di guidare lo sviluppo delle loro nazioni in una direzione di sostenibilità (l’unica oggi perseguibile per il riscaldamento globale), attrarre nel nostro Paese alcuni di quei laureati e concorrere a creare opportunità di produzione delle nostre imprese in quei paesi”.

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