Notizie - 17 gennaio 2023, 16:04

Meno cani e gatti nelle nostre case

Meno cani e gatti nelle nostre case

Con il boom degli abbandoni di cani e gatti (57 mila nell'ultimo anno), cala la presenza di animali da compagnia nelle case degli italiani: mentre nel 2021 il 40,2% delle famiglie teneva fra le mura domestiche uno o più esemplari di quattro zampe da compagnia, uccellini, tartarughe e anche rettili, in seguito alla forte crescita registrata durante il Covid (nel 2020 salita al 39,5% dal 33,6% del 2019), nel 2022 la quota è scesa al 37,3%.

E’ quando emerge dall’analisi della Coldiretti, su dati Eurispes, in occasione della tradizionale benedizione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali, che il 17 gennaio vede da nord a sud della penisola, il ripetersi del rito la benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti nelle case, nelle stalle, ovili e nei pollai.

E se con la pandemia Covid – sottolinea la Coldiretti – la percentuale degli animali da compagnia nelle case degli italiani è balzata, nell’ultimo anno – evidenzia la Coldiretti – le presenze sono diminuite, anche a causa degli abbandoni di cani e gatti, come denunciato dall’Enpa.

Un fenomeno spinto non solo da immaturità, noia o disinteresse verso la sorte degli animali, ma anche dalla crisi economica, che ha colpito molte famiglie con l’aumento dei prezzi che ha inciso sui bilanci domestici.

Il 60% di chi ospita animali domestici spende mensilmente tra i 30 e i 100 euro – evidenzia Coldiretti – e solo il 22% meno di 30 euro mensili, mentre il 18% di chi ha un animale gli dedica un budget che va dai 100 ai più di 300 euro al mese.

Gli animali più diffusi nelle case italiane sono i cani con il 44,7% delle presenze e i gatti con 35,4%.

Ma a minacciare i migliori amici dell’uomo è anche il business criminale legato al mercato nero che, fra allevamenti clandestini in Italia e arrivi illegali dall’estero, coinvolge oltre 400 mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno, secondo l'Osservatorio Agromafie.

I trafficanti usano documentazione contraffatta che attesta la falsa origine italiana degli animali e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti, con i cuccioli il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi e altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti.

A essere colpita da questa pratica illegale sono, oltre che gli allevatori e i rivenditori onesti, in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti e abusi.


Ti potrebbero interessare anche:

SU