di Gustavo Mola di Nomaglio*
Per confermare il fondamento del proverbio, noto anche in terra subalpina, “La donna, per piccola che sia, vince il diavolo in furberia”, i piemontesi possono riferirsi a Maria Bricca, una popolana di Pianezza, apparsa per un istante sulla scena della storia e subito rientrata nel più assoluto anonimato. Vie, monumenti e dipinti le sono dedicati, ma sulla sua vita ci restano in realtà poche notizie e molti interrogativi.
Durante il grande assedio francese del 1706, Torino era stretta in una morsa che pareva indistruttibile: attorno al perimetro urbano tutte le postazioni d'interesse strategico erano in mano agli assedianti. La macchina ossidionale nemica era cresciuta sino a contare oltre 44.000 uomini, 110 cannoni da assedio, 62 da campagna e 59 mortai che, opportunamente dislocati, erano ormai in grado di fare a pezzi la città.
I francesi erano così confidenti di poter radere al suolo Torino che addirittura si preoccuparono di chiedere al duca di Savoia, per ordine del re di Francia, dove si trovassero i suoi “quartieri”, onde poterli risparmiare. La minacciosa gentilezza, pur non impressionando il duca (il quale rispose che il suo quartiere in città era dovunque, a fianco dei propri sudditi) costituisce una tra le prove più evidenti della sicurezza delle armi oltralpine.
Appena giunto il principe Eugenio in aiuto di Torino si ritenne importante riconquistare il castello di Pianezza, dal quale si potevano ostacolare o intercettare i convogli militari provenienti da Susa. Qui era insediato un presidio della fanteria nemica e vi aveva trovato riparo un prezioso convoglio francese inseguito sin sotto le mura dalle truppe imperiali.
Seppur circondato, il castello era facilmente difendibile e il prenderlo sarebbe costato tempo e vite umane. È a questo punto della storia che compare Maria Bricca.
Uno tra i primi a narrarne le gesta in un'opera a stampa, traendone notizia da un vecchio manoscritto, fu Goffredo Casalis, il racconto del quale tende però troppo ad assumere toni leggendari, mentre la Bricca fu un personaggio reale.
Questa donna di Pianezza, nata il 2 dicembre 1684 da Giovanni Battista Chiaberge e da Francesca Genova, sposò nel 1705 Valentino Bricco (col cognome del quale, portato nella forma femminile, come s'usava, passò alla storia) e morì quarantanovenne, nel dicembre1733.
La Bricca venne in qualche modo a sapere che nella notte tra il 5 e il 6 settembre i francesi che occupavano il castello, confidenti che la Dora in piena vigilasse per loro, se la sarebbero spassata, con un gran ballo che inevitabilmente avrebbe attenuato la loro vigilanza. Si recò pertanto dai comandanti militari dell’esercito confederato imperiale-piemontese, ai quali rivelò di conoscere un sotterraneo che giungeva nel cuore del castello, offrendosi di accompagnare i soldati, se si fosse deciso di tentare un colpo di mano.
Senza perdere tempo furono mobilitati 55 granatieri che la seguirono lungo il passaggio segreto. Si vuole che la Bricca sia sbucata per prima dalla galleria, brandendo una scure, in mezzo ai francesi che danzavano spensieratamente; così la vediamo raffigurata in un quadro di Francesco Gonin che rievoca l'episodio.
Le cronache contemporanee dell'assedio di Torino, pur non registrando il nome della donna, confermano che il castello fu tolto ai francesi senza fatica, poiché fu possibile accedervi di sorpresa, da un sotterraneo. La sua conquista contribuì al successo confederato, consentendo scelte tattiche altrimenti precluse, mentre non fu trascurabile la cattura, in quest’occasione, di centinaia di soldati e ufficiali, di muli, cavalli, cannoni e della cassa militare, pare con due milioni di franchi.
Anche se passò qualche tempo prima che l’eroina fosse, per così dire, chiamata a simboleggiare, a fianco di Pietro Micca, l'astuzia e il coraggio del popolo piemontese e nonostante alcuni particolari del suo gesto siano romanzati, gli storici tendono ad accettarne la complessiva veridicità.
Dopo la morte della donna, secondo quanto si narra, nei pressi della casa che ella abitava fu trovato un camminamento sotterraneo. La scoperta, agli occhi di molti, diede alla leggenda di Maria Bricca solide fondamenta.
* Storico, scrittore, vice presidente del Centro Studi Piemontesi