Notizie - 08 dicembre 2022, 09:15

Piemonte polo del Motorsport italiano

Piemonte polo del Motorsport italiano

A Torino è stato presentato lo studio “La filiera industriale del Motorsport in Italia”, realizzato dalla sezione Motorsport di Anfia in collaborazione con il Politecnico di Torino. Obiettivo dello studio: fare una fotografia aggiornata, che fino ad oggi mancava, del comparto in Italia e, a partire dalle sue attuali caratteristiche e dinamiche, tracciare possibili prospettive di sviluppo futuro.

Secondo i criteri di inclusione adottati dallo studio, presentato da Emilio Paolucci, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, sono state individuate, a livello nazionale, 171 imprese focalizzate sulla produzione e progettazione per il Motorsport, di cui il 68% sono piccole imprese, il 20% medie imprese e il 12% grandi imprese.

I primi tre distretti geografici per concentrazione di imprese del comparto sono l'Emilia-Romagna (26,9%), la Lombardia (21%) e il Piemonte (19,3%).

E' emerso, quindi, il ritratto di una filiera che, secondo le stime, ha un fatturato annuale di circa 2 miliardi di euro e conta 7000-8000 addetti.

Grazie alle elevate performance di prodotto – fattore critico di successo – e all’ottima reputazione di cui godono i suoi brand, questo settore dà un contributo rilevante all’economia italiana, sostenendo la competitività e i livelli tecnologici e di accesso ai mercati internazionali di alcuni distretti industriali sul territorio.

Nel solco della tradizione del nostro Paese, pur non mancando alcuni grandi player internazionalizzati, la filiera è costituita in prevalenza da imprese medio-piccole di origine familiare, con una posizione stabile nella loro nicchia, da cui non sempre riescono a uscire per intraprendere attività con un valore aggiunto più elevato.

Il settore è inoltre soggetto a una situazione di natura ipercompetitiva, che rende i vantaggi derivanti dai processi di innovazione temporanei e costringe le imprese a continue innovazioni per mantenere il livello di competitività. Un contesto competitivo difficile da sostenere nel lungo periodo soprattutto per le pmi più specializzate, costrette a continui investimenti in capitale e conoscenze per mantenere il livello di competitività e in difficoltà nel catturare il valore creato e mantenere le loro capacità di innovazione a medio-lungo termine.

Anche le caratteristiche dei regolamenti delle diverse competizioni hanno un effetto diretto sulle strategie di innovazione delle imprese operanti nel Motorsport. La scelta di operare in competizioni in cui sono presenti regolamentazioni “conservative” consente (soprattutto alle imprese più piccole) di sviluppare ambiti di innovazione molto specialistici e approfonditi e di ridurre i rischi di insuccesso; allo stesso tempo questa tendenza riduce nel lungo periodo la capacità di far evolvere le competenze in nuovi ambiti applicativi e/o tecnologie, aumentando i rischi di obsolescenza tecnologica.

In modo simmetrico, la scelta di seguire regolamentazioni “innovative” favorisce lo sviluppo di nuove capacità di innovazione ma allo stesso tempo pone rischi tecnologici che per essere affrontati richiedono maggiori disponibilità di capitale. Nelle imprese italiane del Motorsport si registra una significativa correlazione positiva fra dimensioni aziendali limitate e focus su strategie tecnologiche di approfondimento di aspetti tecnici “stabili” relativi a regolamentazioni conservative.

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