Storia & storie | 12 novembre 2022, 09:01

Lancia Gamma coupè, grande stile ma scarso successo

Lancia Gamma coupè, grande stile ma scarso successo

di Francesco Amadelli*

La Lancia Gamma coupé fu un modello di breve durata nella storia della marca torinese, ciononostante ebbe una forte valenza stilistica dato che fu affidata alla matita di Pininfarina. Quasi 2.000 furono quelle con motore 2.0 litri e poco più di 2.300 con propulsore da 2.500 cc. Pochi esemplari per una vettura che avrebbe meritato maggior successo, presto dimenticata e di non facile reperibilità anche fra i collezionisti di auto vintage. Perché un così triste destino?

Innanzitutto il prezzo - da circa 13 milioni a 15 milioni di lire, a seconda della motorizzazione - non la rendeva alla portata di un ampio pubblico in un momento in cui l’esterofilia imperante all’epoca spingeva la clientela verso modelli stranieri di maggior richiamo.

Affidata alle cure del maggior designer italiano patì in parte la sua parentela con la versione berlina che non aveva suscitato entusiasmo nella clientela.

E’ il 1976 e all’interno dell’azienda già si avvertono gli scossoni di una politica sindacale tutta indirizzata verso un rivoluzionarismo demagogico che inizialmente andrà a discapito soprattutto della qualità. La Lancia subito interviene per porre riparo ai piccoli difetti e, forte di una esperienza acquisita negli Usa con altri modelli, comincia a impostare la produzione in ottica americana, avvalendosi soprattutto del nome Pininfarina, che costituisce sicuramente un forte richiamo per il cliente d’oltreoceano.

Il motore longitudinale anteriore posto a sbalzo, trazione anteriore, il monoblocco in lega leggera con 4 cilindri contrapposti permettono di abbassare la linea di cintura della carrozzeria a tutto vantaggio della stabilità, consentendo a Pininfarina di concepire una carrozzeria filante della massima eleganza. Le cilindrate sono due: 1.999 cc e 2.484 cc a carburatore.

L’abitacolo è caratterizzato da interni confortevoli e signorili, come si addice a una Lancia di prestigio. Le sospensioni sono simili sia anteriormente sia posteriormente, adottando il sistema McPherson con ruote indipendenti e barra stabilizzatrice. Le ruote in lega leggera adottano i cerchi da 14 pollici che nella seconda versione, uscita nel 1980, verranno portati a 15 pollici, aumentando l’eleganza complessiva della vettura.

La lunghezza di poco meno di 4 metri e mezzo permette di trasportare 4 persone con un peso a pieno carico di 1.770 kg. Insomma, la Lancia si dimostra anche stavolta prosecutrice di una tradizione iniziata nel 1906 e continuata nel tempo. Confort, lusso non pacchiano, eleganza, bellezza unica sono caratteristiche alle quali la marca di Borgo San Paolo non ha mai rinunciato.

Nel 1980 viene impostata la seconda serie della Lancia Gamma, altrettanto bella della prima, alla quale vengono apportate alcune modifiche alla calandra e ad alcuni particolari interni; ma la vera novità consiste nel cambio automatico a iniezione elettronica, che avrà una fiammata di effimero successo anche negli Usa.

Sono anni difficili sui quali occorrerebbe meditare per le grandi occasioni perdute dall’industria automobilistica italiana a tutto vantaggio di quella giapponese e tedesca. Ma i rimpianti e i rimorsi non hanno mai modificato la realtà e dato che l’uomo ricade sempre nei medesimi errori abbiamo la presunzione di prevedere un destino analogo (o addirittura peggiore) per l’attuale industria automobilistica nazionale.

La Lancia Gamma coupé seconda serie restò in produzione fino al 1984, con un numero di unità inferiori rispetto alla prima serie: 1.265 per la versione da 2.000 cc e 1.200 per la 2.500 cc: troppo poche per assicurare alla vettura il posto che merita nella storia dell’auto.

Oggi sono altri i problemi e i quesiti ai quali l’umanità deve dare una risposta a cominciare dalla conversione affrettata all’elettrico: troppo affrettata per non destare sospetto, troppo deleteria nei confronti di un’industria nella quale l’Italia primeggiava. Che dessimo fastidio a qualcuno?

* Storico dell'auto, scrittore