L’aumento dei prezzi di gas, petrolio ed energia elettrica ha spinto il fatturato delle imprese produttrici e venditrici di prodotti energetici in Italia, cresciuto di oltre 91 miliardi di euro (+161%) già nei primi quattro mesi del 2022.
“Il pagamento a rate delle bollette, con un prestito bancario garantito dallo Stato a tassi di interesse predeterminati, non risolve il problema dell’aumento dei costi a carico delle imprese, ma si limita a spostare nel tempo una posta negativa di bilancio. Di fatto – ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora- il decreto legge “aiuti ter” approvato dal consiglio dei ministri - è un pannicello caldo. Peraltro, aver agganciato la determinazione del tasso di interesse di questi finanziamenti a quello dei btp è un salto nel buio, considerando che in prospettiva gli interessi sui titoli di Stato, dopo l’aumento del costo del denaro deciso dalla Bce, saliranno repentinamente”.
Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia relativi alla fatturazione elettronica, complessivamente, aziende, piccole e medie imprese, liberi professionisti e partite Iva nel primo quadrimestre hanno registrato un fatturato aggiuntivo di 106,6 miliardi di euro (+40,38%) dai 264,03 miliardi del primo quadrimestre 2021 ai 370,6 miliardi del primo quadrimestre 2022.
A far impennare l’economia italiana tra gennaio e aprile di quest’anno ha contribuito sensibilmente il fatturato delle aziende fornitrici di energia elettrica e prodotti petroliferi, salito del 161,1% rispetto ai primi quattro mesi dello scorso anno, con un incremento di 91,1 miliardi di euro, la fetta preponderante dei 106 miliardi complessivi di crescita del fatturato delle aziende e delle partite Iva italiane.
Le attività manifatturiere, il cui peso vale un terzo del totale, sono cresciute del 50,7%, mentre il commercio (all’ingrosso e al dettaglio) ha aumentato il volume d’affari del 16,6% ed è oggi il secondo ramo di attività nel peso generale dell’economia italiana (vale oltre un quinto del totale). Alberghi e ristoranti hanno aumentato il fatturato del 56,9%, il noleggio di auto e le agenzie di viaggio del 15,6%, l’agricoltura è salita del 10,1%, l’attività di estrazione di minerali del 34,8%, banche e assicurazioni del 18,2%, i business legati allo sport e all’arte del 30,5%, trasporti e magazzini del 28,0%, la fornitura di acqua dell’11,3%, i servizi informatici dell’8,6%, le attività immobiliari del 12,3%, le attività professionali e scientifiche del 40,0%, il comparto istruzione del 3,4%, l’area della sanità e dell’assistenza sociale dell’8,5%. Segno negativo (-11% )solo per organizzazioni e organismi internazionali
Si osserva un incremento per tutto il periodo in esame, ma con una leggera flessione nel mese di aprile, quando il fatturato è aumentato a un tasso più contenuto rispetto ai primi tre mesi dell’anno: nel dettaglio, a gennaio il fatturato è cresciuto di 25,07 miliardi (+19,70%), da 60,8 miliardi a 85,9 miliardi; a febbraio, l’aumento è stato di 30,8 miliardi (+20.20%), da 67,3 miliardi a 98,2 miliardi; a marzo, la crescita è stata di 27,8 miliardi (+20,90%), da 72,1 miliardi a 99,9 miliardi; ad aprile, tasso di crescita più lieve pari a un più 14,70%, che ha portato a un aumento di 22,8 miliardi del fatturato, da 63,6 miliardi a 86,4 miliardi.
Nel dettaglio, per quanto riguarda le aziende e le pmi, nel corso dei primi quattro mesi di quest’anno, gli aumenti di fatturato, complessivamente, sono stati pari 105,1 miliardi, in crescita del 41,05% da 255,9 miliardi a 361,04 miliardi. Mentre per quanto riguarda i liberi professionisti e partite Iva, nel corso dei primi quattro mesi di quest’anno, gli aumenti di fatturato, complessivamente, sono stati pari 1,5 miliardi, in crescita del 19,09% da 8,07 miliardi a 9,6 miliardi.
“A parte la questione delle bollette energetiche - ha aggiunto il vicepresidente di Unimpresa - i dati confermano che l’Italia ha comunque saputo resistere e poi reagire con prontezza alla improvvisa crisi cagionata dal Covid; fortunatamente, la struttura economica del Paese è brillata per resilienza e determinazione, ma l’aumento dei prezzi energetici rappresenta un ostacolo insormontabile per molte realtà economiche e imprenditoriali, che rischiano di fermarsi perché i costi sono insostenibili”