Notizie | 18 settembre 2022, 15:53

Fondazioni bancarie: tre piemontesi nella top ten

Gli organi della Fondazione Crt

Gli organi della Fondazione Crt

In Italia operano 86 Fondazioni di origine bancaria, nate all'inizio degli anni 90 dalla riforma del sistema nazionale del credito. Al 31 dicembre scorso, il loro patrimonio contabile complessivo era di 40,2 miliardi (+1,3% rispetto alla stessa data 2020). Nel 2021 hanno registrato proventi per 2,289 miliardi (+61,1%) e la redditività lorda del patrimonio, pertanto, è risultata del 5,7% (era il 3,6% nel 2020). L'avanzo di esercizio (utile netto) è stato di 690,8 milioni (+61%). Tra tutte hanno erogato 914 milioni (-3,8%), per il 38% destinato al welfare, pari a 347 milioni.

Delle dieci maggiori fondazioni di origine bancaria per patrimonio netto tre sono piemontesi, due delle quali si trovano da anni sul podio: si tratta della Compagnia di San Paolo, al secondo posto con poco meno di 6,209 miliardi (cifra inferiore unicamente ai 7,1 miliardi della Cariplo) e della Fondazione Crt, al terzo con quasi 2,305 miliardi. In settima posizione si trova la Fondazione Crc di Cuneo con oltre 1,396 miliardi).

Per quanto riguarda le altre fondazioni del Nord Ovest, la graduatoria nazionale 2021 vede Cr Biella al 27° posto (258,5 milioni), Cr Tortona al 32° (219,9), Cr Asti al 34° (214,9), Cr Alessandria al 35° (212,1), Cr Vercelli al 49° (118,5), De Mari di Savona al 51° (115,1), Carige al 63° (70,4), Cr Saluzzo al 65° (61,0), Cr Fossano al 67° (55,3), Cr Savigliano al 74° (36,1).

Questi dati sono contenuti nel nuovo Rapporto dell'Acri, dove si legge, fra l'altro, che dall’esame delle tipologie di ricavo, si rileva che, nel 2021, i dividendi sono stati pari a 1,560 miliardi (+73,3% rispetto al 2020, anno della mancata remunerazione del capitale da parte delle banche, in linea con le indicazioni della Bce): di cui 671,6 milioni da partecipazioni bancarie (29,3% sul totale dei proventi) e 888,3 milioni da partecipazioni non bancarie (38,8% sul totale dei proventi). Il risultato delle gestioni patrimoniali è passano da 27,2 milioni del 2020 a 78,5 milioni dell'anno scorso.

La gestione degli strumenti finanziari, che include l’utile netto da negoziazione titoli, per effetto delle valutazioni e dei flussi di interessi, ha aumentato il suo contributo al totale dei proventi in modo sensibile, passando da 105,7 milioni del 2020 a 380,3 milioni nel 2021. Hanno segnant, invece, una variazione negativa (-30,3%) gli altri proventi ordinari di natura non finanziaria e straordinari, passati dai 388,6 milioni del 2020 ai 270,7 milioni del 2021.

L’evoluzione del processo di dismissioni delle partecipazioni nelle banche conferitarie, iniziato nel 1990, anno in cui le Fondazioni detenevano la totalità del pacchetto azionario delle banche partecipate, ha portato, a dicembre 2021, alla situazione per cui l’84% delle Fondazioni ha una partecipazione inferiore al 5% (36 non detengono più alcuna partecipazione e altrettante hanno una partecipazione inferiore al 5%). Solo otto Fondazioni hanno una partecipazione tra il 5 e il 50%, mentre sei hanno una partecipazione superiore al 50% (nel rispetto della normativa, che prevede una deroga in tema di controllo a favore delle Fondazioni di piccola dimensione e di quelle con sede nelle regioni a statuto speciale).

Per quanto riguarda gli oneri di gestione, questi continuano il trend di riduzione, essendo calati da 246,6 a 240,7 milioni (-5,9% rispetto all’anno precedente).

Relativamente alle destinazioni dell’avanzo di esercizio, il valore complessivo dell’accantonamento alle riserve patrimoniali (includendo anche gli accantonamenti per la copertura di disavanzi pregressi per 119,9 milioni) è di 539,7 milioni (rappresentando il 31,9% dell’avanzo), in crescita rispetto all’esercizio 2020, quando era pari a 354,6 milioni; invece, il 69,5% dell’avanzo è stato destinato all’attività istituzionale (circa 1,175 miliardi rispetto ai 740,1 milioni dell’esercizio precedente), comprendendo anche gli stanziamenti ai fondi per l’attività futura.

Per quanto riguarda l’aspetto tributario, sommando imposte a bilancio e alla fonte, il carico fiscale per le Fondazioni nel 2021 ha raggiunto i 326,7 milioni. Questo dato, cresciuto nell’ultimo decennio a causa di un progressivo inasprimento, lo scorso anno è stato parzialmente mitigato da un’inversione di tendenza con la legge n. 178 del 2020, che ha introdotto una riduzione dell’imponibile sui dividendi al 50%. Il risparmio d’imposta prodotto – pari a circa 152,8 milioni – viene accantonato dalle Fondazioni in un apposito fondo, destinato all’attività erogativa a partire dall’anno in corso.

Per quanto riguarda la distribuzione delle erogazioni per settore di intervento, nel 2021 si confermano i sette settori da sempre prioritari. Esaminando più dettagliatamente gli importi deliberati, il settore Arte, Attività e Beni culturali assorbe la quota più alta delle risorse: 245,5 milioni (il 26,9% delle erogazioni totali). Seguono:Volontariato, Filantropia e Beneficenza, a cui sono stati destinati 143,2 milioni (15,7% del totale); Ricerca e Sviluppo con un importo di 112,2 milioni (12,3%); Educazione, Istruzione e Formazione, a cui vanno 91,5 milioni (10%); Sviluppo locale con 80,7 milioni (8,8%); Assistenza sociale con 72,7 milioni (8%); Salute pubblicacon 48,1 milioni (il 5,3%).

Dunque, il welfare – che raccoglie i settori Volontariato, Assistenza sociale e Salute pubblica – ha ricevuto in totale 264 milioni; risorse queste a cui vanno sommati 83 milioni specificatamente indirizzati nel 2021 da 67 Fondazioni associate ad Acri al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. La quota complessiva per il welfare tocca così i 347 milioni: quasi il 38% del totale erogazioni.

A fine 2021 gli occupati nelle Fondazioni erano 1.014, quindi 13 in più rispetto all’anno precedente, con una spesa complessiva di 71,7 milioni (+5% rispetto al 2020).


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