Nell’anno in cui la riforma sulle concessioni balneari è a una svolta, con l’introduzione dell’illegittimità del rinnovo automatico delle concessioni demaniali e la riassegnazione attraverso gara pubblica, le previsioni per l’andamento della stagione estiva nel settore balneare sono straordinarie.
Secondo l’indagine Panorama Turismo-Mare Italia dell’Osservatorio di Jfc, sono infatti previsti circa 418 milioni di presenze in tutta Italia nell'estate 2022 e un fatturato complessivo di 31,878 miliardi di euro. Dati che riportano il mondo degli stabilimenti balneari ai livelli pre-Covid.
I numeri sopra riportati sono confermati dal sondaggio condotto su un campione di imprese balneari italiane aderenti al S.I.B. (Sindacato Italiano Balneari, aderente a FIPE-Confcommercio), che registra un aumento a doppia cifra in tutte le regioni per quanto riguarda le presenze negli stabilimenti balneari italiani a giugno 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
Spiccano, in particolare, Campania e Puglia (+40%), Toscana (+30%), Liguria, Emilia-Romagna, Sicilia, Sardegna (+25%). E sono alte anche le prenotazioni per agosto.
Il mare italiano, si sa, piace molto ai turisti di casa ma anche a quelli oltre i confini nazionali. Fra gli stranieri, buone le presenze di tedeschi, austriaci, svizzeri, polacchi, ungheresi, francesi e spagnoli, in particolare lungo i litorali del nord e delle isole.
Su un totale di 6.334 imprese complessive – ricorda Niccolò Zuffetti, marketing manager Cribis, le regioni con il maggior numero di aziende che si occupano della gestione di impianti balneari in Italia sono l'Emilia-Romagna (14,6%), la Toscana (12,5%) e la Liguria (11%).
Fra i gestori, le forme giuridiche più diffuse sono le società di persone (41,9%), le società di capitali (31,9%) e l'impresa individuale (25,6%).
Il fatturato del settore balneare, come c’era da aspettarsi, ha registrato una netta flessione nell’anno dei lockdown, passando da 420.411.777 euro del 2019 ai 356.636.316 euro del 2020, ma i segni di ripresa si vedono già nel 2021.
Guardando al numero di dipendenti occupati nel mondo balneare è possibile notare infatti come dai 3.637 lavoratori nel 2019 si è arrivati ai 3-536 del 2020, per poi toccare i 4.210 del 2021.
“Nonostante le ottime previsioni per l’estate 2022 – spiega Zuffetti - il settore si trova a dover fare i conti con l’incremento dei prezzi a causa dell’inflazione e l’aumento delle tariffe energetiche, che oltre a pesare sulle aziende, inducono i turisti a contenere le spese, spesso risparmiando sulle consumazioni al bar o al ristorante. A pesare sul fatturato c’è poi, quest’anno, l’assenza dei turisti russi”.
I nuovi servizi (come le prenotazioni via WhatsApp) sono stati particolarmente apprezzati dagli utenti italiani e stranieri, ecco perché un aumento della propensione all’innovazione, alla digitalizzazione e all’internazionalizzazione, (propensione piuttosto bassa nella realtà dei fatti), potrebbe contribuire ulteriormente a migliorare la stagione balneare 2022 e le prossime.
“Quel che è certo – conclude Zuffetti - è che c’è una grande voglia di normalità dopo due anni di pandemia, nonostante il conflitto tra Russia e Ucraina, le spinte inflazionistiche e il rallentamento della crescita economica. La forte volontà di ripresa anche dei viaggi e delle vacanze, dopo gli anni difficili affrontati dal settore, rappresenta un segnale importante e una boccata d’ossigeno per tutte quelle località che vivono di turismo”.