Notizie | 28 marzo 2022, 19:29

Private equity e venture capital, i nuovi record

Private equity e venture capital, i nuovi record

Sono stati presentati i risultati dell’analisi condotta da Aifi (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) sul mercato italiano del capitale di rischio.

Nel 2021 la raccolta del private equity e venture capital è stata pari a 5,725 miliardi di euro (di cui 5,359 raccolti sul mercato), in crescita del 119% rispetto ai 2,612 miliardi dell’anno precedente. Gli operatori che nel 2021 hanno svolto attività di fundraising sul mercato sono stati 44 (26 l’anno precedente).

Con riferimento alla provenienza geografica dei fondi raccolti sul mercato, la componente domestica ha rappresentato l’89%, mentre il peso di quella estera è stato del’11%. A livello di fonti, il 26% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza, seguiti dal settore pubblico e dai fondi di fondi istituzionali (15%) e dalle banche (14%).

L'anno scorso, l’ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital ha raggiunto il livello più alto mai registrato nel mercato italiano, attestandosi a 14,699 miliardi. Rispetto all’anno precedente (6,597 miliardi), si è osservata una crescita del 123%, trainata dall’attività nel comparto delle infrastrutture, dove sono stati investiti 7,671 milioni di euro (contro i 1,322 del 2020).

Complessivamente, nel corso dell’anno sono state realizzate 8 operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni (large deal) e 8 operazioni di ammontare superiore ai 300 milioni (mega deal), che insieme hanno rappresentato il 67% dell’ammontare complessivo investito nell’anno (9,821 miliardi). Nel 2020 erano stati realizzati 2 large deal e 6 mega deal, per un ammontare pari a 3,463 miliardi (53% del totale).

Il numero totale di operazioni è cresciuto del 39% attestandosi a 654, rispetto alle 471 dell’anno precedente, trainato dall’attività di venture capital, che dal 2020 sta crescendo in modo significativo, grazie all’avvio dell’operatività di un soggetto di matrice istituzionale, focalizzato sugli investimenti in imprese nelle prime fasi di vita.

Nel dettaglio, nel 2021 il segmento dell’early stage (seed, start up e later stage), è cresciuto sia per numero di investimenti (371, pari al 57% del numero totale, +21% rispetto all’anno precedente), sia per ammontare (587 milioni, +55%). Le infrastrutture, invece, con 7,671 miliardi e 45 operazioni, per la prima volta si sono classificate al primo posto in termini di ammontare, pari al 52% del totale, superando le operazioni di buy out. Queste ultime sono comunque state caratterizzate da un incremento rispetto all’anno precedente, con 5,386 miliardi (+23% rispetto al 2020), distribuiti su 159 operazioni (94 l’anno precedente).

Anche le operazioni di expansion sono cresciute sia in termini di ammontare (858 milioni, +142% rispetto ai 354 del 2020) sia in termini di numero (60, +50% rispetto alle 40 del 2020). Infine, il segmento del turnaround, dedicato alle imprese in difficoltà, ha mantenuto un ruolo di nicchia, con solamente 8 operazioni e 127 milioni investiti.

“Negli anni più difficili, il private equity ha mostrato tutta la propria forza intervenendo sul mercato e investendo in modo massiccio sull’economia reale. I risultati eccezionali dimostrano quale ruolo strategico questo asset possa avere per spingere innovazione e crescita delle aziende” ha commentato Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi.

A livello settoriale, il 2021 ha visto al primo posto per numero di investimenti il comparto ICT, con il 28% delle operazioni totali, seguito dai beni e servizi industriali, 14%, e dal medicale, 12%. Il 28% del numero di operazioni ha riguardato imprese ad alto contenuto tecnologico: considerando solamente il comparto dell’early stage, tale valore sale al 38%.

A livello geografico, la regione che ha totalizzato la gran parte delle operazioni è la Lombardia con il 40% del numero degli investimenti in Italia, seguita da Lazio (13%) e Veneto (8%). Si sottolinea che il 56% del numero di investimenti ha riguardato imprese che non avevano mai ricevuto capitali dal private equity, per un ammontare pari al 45% del totale.

Infine, nel 2021 l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 2,702 miliardi, in crescita del 69% rispetto all’anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 104, +28% rispetto alle 81 del 2020. Il canale maggiormente utilizzato per i disinvestimenti è stata la vendita a soggetti industriali, con un peso del 32% in termini di ammontare (871 milioni di euro) e del 35% in termini di numero (36).

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