di Gian Dell'Erba
Leggiamo dall’ultima di copertina del ottavo, recentissimo libro di Francesco Amadelli (“TRIPOLI PRIMA E DOPO”, Abra books Narrativa), ambientato questa volta in Libia: “La Storia d’Italia non fu scritta soltanto in Italia. In Libia se ne scrisse un capitolo importante. Una popolazione costretta a lasciare la nazione in cui nacque e crebbe, legata a ricordi ora fantastici ora tragici, senza rancore né nostalgia, rincorsa e preceduta dalla propria vita in un inarrestabile prima e dopo”.
E’ proprio la vita di una ragazza e della sua famiglia nella Libia, un tempo colonia italiana, che prende l’avvio il romanzo, privo di qualsiasi rigurgito nazionalistico ma denso di ricordi dolci e amari che condurranno la nostra protagonista fino al dopo-guerra in cui sarà costretta a lasciare la sua patria, benché si senta profondamente italiana, per approdare nella nostra penisola.
Una carrellata di personaggi avvolge la sua vita di adolescente ottimista e innamorata con i quali dovrà confrontarsi senza mai cadere nell’odio o, peggio, nel desiderio di vendetta.
Amadelli ci conduce con estrema sincerità lungo i sentieri di vita della ragazza e ci farà sperare per un attimo che la Storia si concluda in modo più indulgente nei confronti dei nostri connazionali costretti a fuggire. Alla Storia non si sfugge e la nostra eroina sarà un fulgido esempio di caparbia volontà e amore per l’Italia.
Ad Amadelli il merito di aver descritto in maniera asciutta ma non pessimistica quella pagina di Storia della quale troppo spesso si parla in termini apologetici o ideologici. La realtà fu un’altra.