- 11 febbraio 2022, 09:19

La storia sabauda nei due volumi di Mola di Nomaglio

La storia sabauda nei due volumi di Mola di Nomaglio

“1416: Savoie Bonnes Nouvelles, Studi di storia sabauda nel 600° anniversario del Ducato di Savoia”. E' il titolo dei due volumi, a cura di Gustavo Mola di Nomaglio, pubblicati dal Centro Studi Piemontesi, presieduto da Beppe Pichetto e diretto da Albina Malerba.

I saggi che formano questi due volumi, in molti casi autentiche pietre miliari nel proprio settore, sono opera di affermati accademici, studiosi, saggisti e di validi e promettenti ricercatori. Essi spaziano nella storia (affrontando, tra altri, temi d’interesse dinastico, istituzionale, biografico, economico, giuridico, giurisdizionale, sociale, politico, culturale, militare, religioso e genealogico); spaziano, inoltre, nel campo della storia dell’arte e dell’architettura, in quella della cultura, dei patrimoni culturali, della lingua, come pure in ambiti onomastici e toponomastici.
L’occasione per raccogliere una così vasta messe di studi è stata offerta dalla ricorrenza del sesto centenario dell’assunzione, nel 1416, del titolo ducale sulla Savoia. Pur trattandosi di un atto di rilevanza più formale che sostanziale (in quel momento i Savoia già erano da secoli principi e duchi di altre vaste regioni) l’assunzione di quel titolo diveniva comunque opportuna, sia perché rappresentava l’occasione per una sistemazione, sotto un’unica denominazione territoriale, dei domini oltralpini, sia perché altri sovrani, pur dinasticamente e politicamente d’importanza secondaria rispetto ai Savoia, ormai se ne fregiavano usualmente.

Come diversi scrittori antichi riferirono nel corso dei secoli, infatti, gli Stati sabaudi erano sotto ogni profilo, pur nella loro estensione variabile ed evolutiva, più consistenti di primari regni. E non poteva che essere così, se si vuole prendere atto di quali fossero i domini e poteri detenuti dalla dinastia sin da tempi remoti: sul versante italiano sovrana di una vasta porzione del Piemonte e della Valle d’Aosta, su quello attualmente svizzero del Vaud, del Vallese e del Ginevrino; su quello oggi francese, della Savoia, Bresse, Bugey, Valoromey, Nizza.

E occorrerebbe considerare altri possessi e influenze altrove in Europa. Ad esempio quelli riferibili all’isola anglosassone, dove nel ‘200 Pietro II di Savoia deteneva un ruolo di primo politico piano e possedeva oltre trecento feudi e castelli, mentre suo fratello Bonifacio era arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra.

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