Notizie | 14 dicembre 2021, 17:48

Imu, Genova e Torino tra le più care, Asti la meno

Asti il capoluogo con l'Imu meno cara d'Italia

Asti il capoluogo con l'Imu meno cara d'Italia

Con il saldo del 16 dicembre, in Italia si verseranno 9,7 miliardi di euro per l’Imu, il cui gettito complessivo annuo risulterà di 19,5 miliardi di euro (questo gettito tiene conto dell’abolizione delle rate Imu, introdotte nel corso del 2021 per alcuni immobili individuati nei vari Decreti per contrastare la pandemia). Sono chiamati ai versamenti oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati).

Il costo medio complessivo dell’Imu su una “seconda casa”, ubicata in un capoluogo di provincia - spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil - sarà mediamente di 1.070 euro, con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città”. Come emerge dal Rapporto Imu 2021, elaborato dal Servizio Uil Lavoro, Coesione e Territorio.

Se si prendono in considerazione i costi Imu sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli) - continua Ivana Veronese - sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.623 euro, con punte di oltre 6 mila euro nelle grandi città. E chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), dovrà versare l’Imu con l’aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 55 euro, con punte di 110 euro annui.

Secondo i risultati del rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con la media annuale di 2.064 euro; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro; a Bologna 2.038, a Genova 1.775, a Torino 1.745. Valori più “contenuti”, invece, ad Asti con un costo medio di 580 euro, a Gorizia con 582, a Catanzaro con 659 euro a Crotone con 672, a Sondrio con 674, a Cuneo con 698. Ed ecco i costi medi annuali degli altri capoluoghi del Nord Ovest: Alessandria 955 euro, Aosta 1.185, Biella 1.033, Imperia 820, La Spezia 1.212, Novara 941, Savona 1.443, Verbania 821, Vercelli 926.

Il tema della tassazione degli immobili è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico con l’approvazione del Governo della delega fiscale in discussione in Parlamento, al cui interno vi è la revisione del catasto. Riforma attesa da più di 30 anni, dato che l’ultima revisione degli estimi catastali è datata 1989, partendo da una revisione dei valori catastali vecchi, iniqui e che non corrispondono al reale valore degli immobili, eliminando i paradossi attuali per cui case di pregio nei centri storici hanno rendite catastali basse, mentre immobili situati in periferia e costruiti più recentemente hanno rendite catastali alte. Le modifiche dell’Imu - conclude Ivana Veronese - dovrebbero essere riviste organicamente, riaprendo il “cantiere” del federalismo fiscale, riforma prevista tra l’altro nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

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