Notizie | 11 dicembre 2021, 08:46

Coldiretti: perso più di un campo su quattro

Nello spazio di una sola generazione, l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro, seguendo un modello di sviluppo che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne, le quali storicamente rappresentano l’immagine del Belpaese nel mondo insieme alle città d’arte e garantiscono la sovranità alimentare del Paese, in un momento difficile per l’emergenza Covid.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti diffusa in occasione della Giornata mondiale del suolo che si celebra il 5 dicembre. In Italia – evidenzia Coldiretti – la superficie agricola utilizzabile si è già ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari e a causa della cementificazione e della scomparsa dei terreni fertili. Sono andati persi, in un decennio, oltre 400 milioni di chili di prodotti agricoli, con la copertura artificiale di suolo coltivato che ha toccato la velocità di 2 metri quadri al secondo, nonostante il lockdown e la crisi dell’edilizia.

La perdita maggiore si è registrata – spiega la Coldiretti – sul fronte dei cereali e degli ortaggi con la scomparsa di 2,534 milioni di quintali di prodotto, seguita dai foraggi per l’alimentazione degli animali, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti. Un problema grave per un Paese come l’Italia che deve ancora colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti, dalla carne al latte, dai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.

In Italia, infatti, è necessario recuperare – spiega la Coldiretti – il deficit del 64% del frumento tenero e del 40% per il frumento duro destinato alla produzione di pasta, mentre copre appena la metà (53%) delle fabbisogno di mais, fondamentale per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop. Un trend negativo che riguarda anche la soia nazionale che soddisfa meno di 1/3 (31%) dei consumi domestici. Nelle stalle nazionali si munge il 75% del latte consumato e si produce il 55% della carne necessari ai consumi nazionali, con l’eccezione positiva per la carne di pollo e per le uova per le quali l’Italia ha raggiunto l’autosufficienza e non ha bisogno delle importazioni dall’estero.

Ma la sparizione di terra fertile non pesa solo sugli approvvigionamenti alimentari: dal 2012 a oggi, il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, che ora scorrono in superficie, aumentando la pericolosità idraulica dei territori con danni e vittime. Una situazione in cui, a causa dei cambiamenti climatici, sono sempre più frequenti gli eventi estremi (+36% nel 2021 rispetto all’anno precedente), con precipitazioni violente, che provocano danni perché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono ( sono 7.252 i comuni, ovvero il 91,3% del totale, a rischio idrogeologico, secondo dati Ispra).

“Per combattere le speculazioni e tutelare i terreni agricoli i giovani della Coldiretti – ha detto il loro delegato nazionale, Veronica Barbati - hanno lanciato la petizione contro i pannelli solari mangia suolo e spingere il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole, con la raccolta di quasi 150mila firme tra ministri. segretari di partito, assessori e rappresentanti delle forze economiche e sociali”.


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