Notizie | 30 novembre 2021, 16:33

Più fallimenti, ma meno che nel pre-Covid

Più fallimenti, ma meno che nel pre-Covid

I dati emersi dall’analisi di Cribis sui fallimenti delle aziende italiane, aggiornati al 30 settembre, parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2021 sono state 6.761 le imprese italiane che hanno dichiarato fallimento, in aumento del 43,6% rispetto allo stesso periodo del 2020, quando si sono registrati 4.709 fallimenti e l’attività dei tribunali era ferma per effetto del Covid; ma il 15,9% in meno rispetto ai primi nove mesi 2019, quindi prima della pandemia, quando erano state 8.042 le imprese che avevano portato i libri in tribunale.

Nel terzo trimestre di quest’anno le aziende che hanno dichiarato fallimento sono state 1.806, il 12,7% in più a confronto con l’analogo periodo del 2020, ma in diminuzione del 22,4% rispetto a quello del 2019 e del 24,8% rispetto secondo trimestre 2021.

Le regioni che hanno fatto registrare la maggiore incidenza di fallimenti sul totale delle aziende attive sul territorio regionale sono, nell’ordine: Lazio, Lombardia, Toscana, Sicilia e Sardegna.

Quelle con il numero di fallimenti aziendali più basso sono, invece, Trentino-Alto Adige, Molise e Friuli Venezia Giulia.

Per quanto riguarda i settori, fra gennaio e settembre 2021 è il commercio a far segnare il maggior numero di fallimenti aziendali (1.955), seguito dai servizi (1.659), dall’edilizia (1.235) e dall’industria (1.084).

Lo studio di Cribis sui fallimenti ha analizzato anche i concordati preventivi, che nei primi 9 mesi di quest’anno sono stati 360: un dato in crescita del 20,4% rispetto all’analogo periodo del 2020, quando le procedure erano state 299, ma inferiore del 10,4% a confronto dei 402 concordati preventivi del 2019.

“Anche se registriamo un sostanzioso incremento delle percentuali sui fallimenti delle aziende – ha spiegato Massimiliano Solaris, direttore generale di Cribis (gruppo Crif) - i dati vanno letti tenendo in considerazione il fermo dell’attività dei tribunali nella prima metà dello scorso anno. Questo si evince anche dal raffronto, tutt’altro che negativo, con lo stesso periodo del 2019, dove oggi si registra una diminuzione del dato sui fallimenti. Nonostante la crisi e le difficoltà imposte dall’emergenza Covid-19, il tessuto imprenditoriale del nostro Paese sembra reggere il duro colpo”.



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