Notizie | 07 ottobre 2021, 09:37

Torino finanzia chi fa l'acqua dove manca

Stefano Buono, presidente Liftt

Stefano Buono, presidente Liftt

Aquaseek, la soluzione che si propone di portare, letteralmente, l’acqua nel deserto, grazie a una tecnologia esclusiva che estrae acqua dall’aria con un’efficienza e un’efficacia mai viste, ha ricevuto un investimento di 300.000 euro, equamente diviso fra Liftt, l’investment operating company presieduta dallo scienziato-imprenditore Stefano Buono ed Eureka! Fund, il fondo specializzato nel trasferimento tecnologico dei progetti delle Università e dei Centri di Ricerca italiani, gestito da Eureka! Venture sgr.

Con questo primo round di investimento di proof of concept, la società svilupperà un innovativo sistema per la raccolta e la conversione dell’umidità ambientale al fine di renderla disponibile in forma liquida e potabile, a basso costo e ad alta flessibilità di installazione, denominato AWG (“Atmospheric Water Generator”).

L’obiettivo dell’investimento è quello di arrivare a un Mpv (minimum viable product), ovvero una prima release del sistema, grazie anche al decisivo supporto del Dipartimento di Technology Transfer del Politecnico di Torino guidato da Giuliana Mattiazzo (membro del cda di Liftt) e, in precedenza, da Emilio Paolucci, che individua, orienta e gestisce le idee con maggiori potenzialità imprenditoriali.

Il progetto imprenditoriale Aquaseek nasce su iniziativa del gruppo di ricerca del Politecnico di Torino che fa riferimento a Marco Simonetti e a Vincenzo Gentile e si inquadra nella tematica del recupero dell’umidità presente nell’atmosfera al fine di un suo utilizzo come acqua potabile anche in zone difficili come quelle aride, lontane da reti di distribuzione idrica, o caratterizzate da falde inquinate. Il progetto ha origine dal Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, che collabora con Princeton University e aveva già ricevuto il finanziamento del Bando PoC (Proof of Concept) Instrument, iniziativa di Fondazione Compagnia di San Paolo per la gestione, protezione e valorizzazione della proprietà intellettuale generata dagli atenei.

L’idea di estrarre acqua dall’aria non è nuova, ma questo progetto grazie a due brevetti esclusivi (uno detenuto al 100% dal Politecnico di Torino, l’altro al 50% con la Princeton University) consente di farlo con un consumo energetico nettamente inferiore rispetto alle tecnologie attualmente in uso grazie a un processo termodinamico che può essere attivato anche quando l’umidità relativa nell’aria è molto bassa, come nel deserto. Inoltre, dispone di un brevetto su un bio-polimero (sviluppato in collaborazione con la Princeton University) ossia un innovativo materiale di assorbimento e rilascio del vapore acqueo catturato nell’atmosfera che, innestato sul macchinario, riesce a potenziarne ancor più l’efficienza.

L’acqua dovunque e comunque: è questo l’obiettivo di Aquaseek, proprio mentre le risorse idriche diventano un bene sempre più raro e conteso; secondo i dati di Oms e Onu, 785 milioni di persone non hanno accesso a servizi di base per l’acqua potabile e 4 miliardi vivono in zone caratterizzate da grave carenza idrica per almeno un mese all'anno (un numero destinato a salire fino a 5,7 miliardi nel 2050, anno in cui si stima che anche Paesi “insospettabili” come Italia, Spagna o Stati Uniti soffriranno di elevato stress idrico). È un problema, questo, che tocca infatti ormai tutto il mondo. La desertificazione, l’inquinamento delle falde acquifere, l’utilizzo massivo nei processi industriali e l’inaridimento delle terre coltivabili a fronte di un continuo aumento della popolazione rendono questo tema di drammatica attualità.

La tecnologia di Aquaseek permette così di affrontare una delle più grandi sfide che l’essere umano sarà chiamato ad affrontare nei prossimi anni. Diversi i campi di applicazione: l’obiettivo è rendere Aquaseek un sistema diffuso per ogni tipo di utilizzo, dal domestico all’industriale, fino a diventare una fonte di acqua alternativa disponibile per tutti i 7 miliardi di persone al mondo.

“La Fondazione Compagnia di San Paolo – ha detto il presidente Francesco Profumo - agisce per creare le condizioni affinché Torino possa esprimere appieno il proprio potenziale di fucina dell’innovazione tecnologica e per coltivare nella nostra città un vivace ecosistema dell’innovazione, capace di aggregare una pluralità di attori tra loro complementari, tra i quali startup, investitori, grandi aziende, istituzioni, atenei, incubatori ed acceleratori”.

Liftt è una società “not only profit” che mira a offrire una visione innovativa, dinamica e moderna del venture capital applicato al transfer technology con un forte focus sull’impatto nel territorio italiano. Fondata dal Politecnico di Torino e dalla Fondazione Compagnia San Paolo, Liftt promuove un modello di business etico inspirato dall’Esg, vanta a oggi 107 investitori privati ed istituzionali nel processo di capitalizzazione di almeno 90 milioni entro il 2024. Ha già completato 18 investimenti in start-up innovative, partendo da una pipeline di oltre 800 società, operanti in tutti i settori di mercato.


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