Notizie | 03 ottobre 2021, 16:47

Caffè, Italia maggior tostatore della Ue

La Liguria al primo posto nell'economia del mare - Censiti nella Ue 1,3 milioni di occupati nello sport

Caffè, Italia maggior tostatore della Ue

ITALIA MAGGIOR TOSTATORE EUROPEO DI CAFFE'

Tra gli Stati membri dell'Ue, è l'Italia che, l'anno scorso, ha prodotto più caffè tostato: 616.000 tonnellate, pari al 32% della produzione totale dell'Ue (e Torino ne è una capitale). Dopo l'Italia si è piazzata la Germania (571.000 tonnellate, 30%), che ha preceduto la Francia (149.000, 8 %), Paesi Bassi (134.000, 7%), Spagna (128.000, 7%) e Svezia (88.000, 5%). A questi sei Stati membri si deve l'89% della produzione totale dell'Ue di caffè tostato, che è stata di oltre 1,9 milioni di tonnellate. La quantità è aumentata del 10% rispetto al 2010 (1,8 milioni di tonnellate). La produzione di caffè dell'Ue, ari a circa 4,2 chilogrammi per abitante, l'anno scorso ha avuto un valore di quasi 11 miliardi di euro.

Nel 2020 l' Ue ha importato dall'estero 2,9 milioni di tonnellate di caffè, per un valore di 7,5 miliardi di euro. La quantità è aumentata del 7% rispetto al 2010 (2,7 milioni di tonnellate).

La maggior parte del caffè importato l'anno scorso da Paesi extra Ue proveniva da Brasile (933.000 tonnellate, pari al 32% del totale delle importazioni extra Ue) e Vietnam (642.000 tonnellate, 22%). Le altre maggiori importazioni extra-Ue provenivano da Honduras (216.000 tonnellate, 7%), Uganda (166.000 tonnellate, 6%), Colombia (154.000 tonnellate, 5%), India (108.000 tonnellate, 4%), Perù (96.000 tonnellate, 3%), Etiopia e Indonesia (entrambe 78.000 tonnellate, 3%).
Queste importazioni sono andate principalmente in Germania (1,1 milioni di tonnellate, pari al 38% del totale delle importazioni extra-UE) e in Italia (559.000 tonnellate, 19%), davanti al Belgio (309.000 tonnellate, 11%), Spagna (274.000 tonnellate, 9%) e Francia (205.000 tonnellate, 7%).

ECONOMIA DEL MARE, LA LIGURIA E' PRIMA

Secondo il IX Rapporto sull’Economia del mare 2021, promosso da Informare ed elaborato dal Centro Studi Tagliacarne e da Unioncamere, l’economia del mare nel 2019 ha prodotto valore aggiunto per 47,5 miliardi di euro, pari al 3% dell’economia nazionale complessiva ed è cresciuta a un ritmo più sostenuto (+12,4%). E grazie all’effetto moltiplicatore per cui ogni euro prodotto dalla filiera ne ha attivati 1,9. Quindi, i 47,5 miliardi ne hanno prodotti altri 89,4 per arrivare a un ammontare di 136,9 miliardi, pari all’8,6% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia nazionale. Nel 2020, però, la pandemia non ha risparmiato la filiera, con una perdita di 10,7 miliardi, quasi un quarto del valore complessivo, dovuto in gran parte alla battuta d’arresto del turismo, mentre ha tenuto meglio la nautica, pur registrando una contrazione dell’11%.

La Liguria è al primo posto tra le regioni per incidenza del valore aggiunto prodotto dal sistema mare sul totale dell’economia con l’11,9%, seguita dalla Sardegna con il 5,6% e la Sicilia con il 5,4%. Per quanto riguarda l’occupazione, gli addetti della blue economy in Italia sono 893.553, pari al 3,5% del totale. Le imprese sono 208.606 (dato 2020), il 3,4% del totale nazionale e c’è una quota rosa consistente: 44.814 imprese (il 21,5% del totale) sono femminili, in crescita del 20,8% fra il 2014 e il 2020.

UE: 1,3 MILIONI GLI OCCUPATI NELLO SPORT

Eurostat, l'istituto europeo di statistica, ha censito 1,3 milioni di persone erano impiegate nel campo dello sport, pari allo 0,7% dell'occupazione totale Ue. I Paesi con la più alta percentuale di persone che lavorano nel campo dello sport sono risultati Svezia (1,6%), Finlandia (1,4%), Spagna e Paesi Bassi (entrambi 1%). Tra il 2015 e il 2020, l'occupazione nello sport è aumentata in media dell'1,6% ogni anno, rispetto al +0,8% dell'occupazione totale. Ciò rappresenta un aumento di circa 100.000 persone occupate nello sport, con Italia, Spagna, Grecia e Germania che rappresentano oltre la metà di questa crescita. Durante questo periodo, il numero di persone occupate nello sport è aumentato in 21 dei 27 Stati membri. Tuttavia, nel 2020, l'occupazione nello sport è diminuita del 4,% rispetto al 2019, contro il -1,3% registrato per l'occupazione totale.

In termini di età, il 33% degli occupati nello sport è giovane (15-29 anni), quasi il doppio della quota osservata per l'occupazione complessiva (17%). Le persone di età compresa tra 30 e 64 anni rappresentano la quota maggiore di lavoratori in questo campo (64%); le donne ne rappresentano il 43%, riflettendo la struttura della popolazione totale occupata (46%).


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