Notizie | 27 settembre 2021, 11:30

Piemonte, 9,2 milioni ai lavoratori più disagiati

Alberto Cirio, presidente Regione Piemonte

Alberto Cirio, presidente Regione Piemonte

La giunta della Regione Piemonte ha stanziato 9,253 milioni di euro per sostenere i lavoratori in disagio economico, con un contributo di 600 euro a fondo perduto. Sono 15 mila i potenziali beneficiari del provvedimento. Tra chi ha subito le conseguenze più pesanti del lungo lockdown della primavera 2020, vi sono alcune categorie particolarmente penalizzate: gli addetti ai servizi di pulizia, e alle mense, ma anche chi lavora nei servizi educativi e nei poli museali, oltre ai lavoratori dello spettacolo e, in ultimo, chi stava svolgendo un tirocinio che è stato definitivamente sospeso nel periodo marzo-maggio 2020.

La Regione Piemonte si pone così in prima linea a supporto di lavoratori e famiglie che stanno ancora pagando il prezzo di una crisi dettata dalla pandemia e che sono stati completamente dimenticati dal Governo. La misura regionale prevede un intervento concreto, con l’assegnazione di un contributo una tantum, rivolto direttamente agli esclusi dagli ammortizzatori sociali o che hanno subito una riduzione della retribuzione a causa della sospensione (o della cessazione) della prestazione lavorativa nel periodo continuativo da marzo 2020 a maggio 2020.

Sono coinvolti dal provvedimento anche le lavoratrici e i lavoratori che non hanno ottenuto alcun ristoro dai vari provvedimenti statali nel periodo continuativo da marzo a dicembre nell’anno 2020 (sospesi da imprese per cessata attività senza stipendio e senza Cig, nell’impossibilità di licenziarsi per accedere alla Naspi); le lavoratrici e i lavoratori che hanno avuto accesso a prestazioni previdenziali o assistenziali in misura molto residuale, a causa della sospensione o della cessazione della prestazione lavorativa nel periodo continuativo da marzo a maggio 2020 (lavoratrici/lavoratori degli appalti delle pulizie, servizi scolastici ed educativi anche della cultura e dei poli museali nonché lavoratori dello spettacolo con un contratto di lavoro fino a un massimo di 20 ore settimanali); i lavoratori e le lavoratrici occasionali con reddito sotto i 5.000 euro e non iscritti alla gestione separata, che hanno cessato o sospeso la prestazione lavorativa nel periodo continuativo da marzo a maggio 2020.


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