Notizie - 21 settembre 2021, 18:30

Il 45,9% dei piemontesi ha un prestito in essere

La regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è risultata essere la Toscana, con il 48% del totale, seguita dal Lazio (46,5%), dalla Valle d'Aosta (46,1%), dal Piemonte (45,9%) e dal Friuli-Venezia Giulia (45,8%). In Liguria la quota è del 45,3%.

Il 45,9% dei piemontesi ha un prestito in essere

In un contesto di progressivo recupero delle richieste di mutui e prestiti da parte delle famiglie dopo lo stallo causato dalla pandemia, Mister Credit - l’area di Crif che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori - ha presentato l’aggiornamento relativo al primo semestre 2021 della Mappa del Credito, lo studio sull’utilizzo del credito rateale da parte degli italiani.

Dall’analisi dei dati emerge che il 42,7% della popolazione maggiorenne risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo (+3,6% rispetto ad un anno fa). D’altro canto, nella prima parte dell’anno si è assistito a una ripresa dei consumi, che ha dato impulso alla crescente richiesta ed erogazione in particolare di prestiti finalizzati. Il progressivo allargamento della platea di consumatori che hanno scelto di far ricorso a un finanziamento per sostenere i propri progetti di spesa è favorito in questa fase da un costo del denaro ai minimi e da condizioni di offerta ancora favorevoli.

Al contempo resta elevata la sostenibilità del debito, con il tasso di default per il credito al dettaglio che si è attestato all’1,2% a marzo 2021, toccando il punto di minimo degli ultimi anni anche grazie agli interventi di sostegno al reddito e alle moratorie, che sono state attivate sul 2,6% dei contratti rateali.

A livello pro-capite, la rata media rimborsata ogni mese è risultata pari a 320 euro (-3,9% rispetto a un anno fa, ma era pari a 362 euro nel 2016) mentre l’esposizione residua – intesa come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – è pari a 32.264 euro (sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione, ma in netto calo rispetto agli anni precedenti).

Entrambi questi indicatori risultano in contrazione non solo per il calo dei tassi e per la tendenza degli italiani a privilegiare piani di rimborso più lunghi rispetto al passato, ma anche per la minore incidenza dei contratti di mutuo all’interno del portafoglio delle famiglie, che rappresentano il 21,2% sul totale dei finanziamenti attivi. A questo riguardo va sottolineato come negli ultimi anni il costo delle case si sia ridimensionato ma anche che circa 1/3 degli immobili residenziali oggetto di compravendita venga acquistato senza il sostegno di un mutuo ma attingendo ai risparmi del nucleo familiare.

Nel complesso, i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc.) sono la forma tecnica più diffusa nel portafoglio degli italiani, con una quota pari al 50,4% del totale. Il peso di questa tipologia di finanziamenti risulta in costante crescita durante tutto il periodo di osservazione sotto la spinta dell’evoluzione degli stili di consumo delle famiglie, favorita anche da agevolazioni e condizioni di offerta appetibili (basti pensare agli incentivi auto e quelli relativi all’acquisto di elettrodomestici e arredamento).

La quota dei prestiti personali, ovvero quei finanziamenti di liquidità senza vincolo di destinazione, risulta invece pari al 28,4% del totale, in calo rispetto al passato. In questa fase ancora condizionata dall’evoluzione della pandemia, la domanda per questa tipologia di finanziamenti è stata particolarmente debole, mentre l’offerta ha adottato criteri di accettazione più selettivi rispetto al passato.

La regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è risultata essere la Toscana, con il 48% del totale, seguita dal Lazio (46,5%), dalla Valle d'Aosta (46,1%), dal Piemonte (45,9%) e dal Friuli-Venezia Giulia (45,8%). In Liguria la quota è del 45,3%. All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino-Alto Adige, dove solamente il 24,5% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (33,7%) e dalla Campania (36,2%).

Nel primo semestre 2021, le regioni in cui i cittadini ogni mese hanno rimborsato la rata media più elevata sono risultate essere il Trentino-Alto Adige, con 392 euro, la Lombardia (364) e il Veneto (359). Seguono l’Emilia-Romagna e la Toscana, rispettivamente con 347 e 336 euro. La rata media mensile è di 331 euro in Piemonte, 322 in Liguria e 3o5 in Valle d'Aosta.

Per interpretare questa dinamica va considerato che in queste regioni si rileva una elevata incidenza dei mutui, che presentano un importo da rimborsare più elevato rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza considerare il valore degli immobili che potrebbe risultare superiore alla media. Inoltre, in queste regioni il reddito disponibile risulta tendenzialmente più elevato della media e, di conseguenza, i consumatori possono permettersi di ripagare una rata più elevata senza intaccare il livello di sostenibilità del finanziamento” spiega Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif. Specularmente, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 267 euro, in Sardegna (271) e in Molise (278) in virtù di una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto, a scapito dei mutui.

Per quanto riguarda l’esposizione residua ancora da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso troviamo la Lombardia in vetta al ranking nazionale, con 40.587 euro (in crescita rispetto ai 38.436 euro del 2020), che rispetto alla precedente rilevazione scavalca il Trentino-Alto Adige, dove il valore medio scende a 40.085 euro. Seguono l’Emilia-Romagna, con 37.704, il Veneto, cpn 37.008 e la Toscana con 36.797 euro.

All’estremo opposto della classifica, con 21.187 euro i cittadini della Calabria risultano avere un debito residuo pari quasi alla metà di quello dei Lombardi. Insieme alla Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise, sono le sole regioni in cui l’importo ancora da rimborsare risulta inferiore ai 25.000 euro.


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