- 12 settembre 2021, 17:12

Acquisti di azioni proprie, Barrese e Sestriere

Sestriere

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QUEI TROPPI ACQUISTI DI AZIONI PROPRIE

Da mesi, sono molte le quotate che in Borsa stanno facendo acquisti di azioni proprie. Alcune sono del Nord Ovest (fra le ultime ad annunciare l'avvio del relativo piano spicca Intesa Sanpaolo, che fa riferimento alla fondazione torinese Compagnia di San Paolo). Diversi i motivi degli acquisti: per i piani incentivanti a favore di amministratori, manager e dipendenti o, fra l'altro, per favorire acquisizioni oppure alleanze. Nessuna società, invece, dice per sostenere il proprio titolo (non rientra negli obiettivi da indicare obbligatoriamente per ottenere il via libera all'operazione). Eppure questa è una delle conseguenze dell'acquisto di azioni proprie, per la semplice ragione, appunto, della legge della domanda e dell'offerta e cioè che se c'è qualcuno che compra il prezzo tende a salire e, comunque, non a scendere. Infatti, negli ultimi mesi, la Borsa è salita, recuperando parecchio. Cosa succederà quando gli acquisti di azioni proprie cesseranno? Non tanto alla Borsa, ma alle singole azioni oggetto dell'acquisto da parte della propria società?

SE BARRESE VENDE TITOLI INTESA SANPAOLO

Ancora a proposito di Piazza Affari, ha suscitato qualche sorpresa e persino qualche commento non benevolo, la notizia che Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, il 6 settembre ha venduto 86.000 azioni al prezzo di 2,406 euro. Agli amministratori delle quotate non fa mai piacere che i loro top manager vendano azioni della società che gestiscono, almeno fino a quando sono in carica, anche se le cessioni non sono rilevanti. Perché la vendita può essere comunque interpretata malamente.

PERCHE' SESTRIERE E' STATA BATTUTA DALLA VAL GARDENA

Mondiali di sci del 2029. La candidatura di Sestriere è stata bocciata, pesantemente. Alla stazione piemontese è stata preferita di gran lunga la Val Gardena. “Ovviamente in Val Susa ora accusano i No Tav di essere i veri responsabili della sconfitta. Dimenticando, volutamente – ha commentato Electomagazine, il quotidiano online diretto dal torinese Augusto Grandi - tutti i propri errori a livello di strategie turistiche. Prendi i soldi e scappa: può essere una scelta, ma ha delle conseguenze. Mancanza di un adeguato après ski, mancanza di promozione, di una politica di simpatia nei confronti dei turisti. Certo, belle montagne e buoni impianti di risalita. Un tempo sarebbe stato sufficiente. Ma, in fondo, la colpa è della Val Gardena che non si è accontentata ed è andata avanti invece di restare ferma come il Nord Ovest. Ed ora si confronterà con località come Garmish, Crans Montana, Solden, Narvik. Una sfida difficile ma che, in questi anni, offrirà nuova visibilità alla Val Gardena che, tra l’altro, potrà anche approfittare dei Giochi Olimpici nella vicina Cortina con qualche gara prevista anche in Trentino”.

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