Per iniziativa dell'ospite Franco Ferraris, presidente della Fondazione Cr Biella, i vertici delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte, hanno visitato tutti insieme il complesso monumentale di Oropa, la cui Basilica Superiore ha riaperto al culto e alle visite dopo quattro anni di restauro, al cui finanziamento hanno partecipato in modo rilevante diverse fondazioni piemontesi e la loro stessa associazione regionale, che è presieduta da Giovanni Quaglia.
Con l'occasione, gli esponenti delle Fondazioni bancarie piemontesi hanno anche visitato, a Palazzo Gromo Losa, la mostra “Coco + Marilyn. Biella al centro del Mi-To” e, nella colazione comune a Oropa, hanno fatto un brindisi di commiato a Mario Ciabattino, che ha lasciato l'incarico di Segretario generale della Fondazione Cr Biella, dopo trent'anni di servizio.
La Basilica Superiore di Oropa, duranti i quattro anni di lavori, è stata il cantiere più grande del Biellese e uno dei più importanti del Piemonte. Un cantiere che ha superato anche le insidie del lockdown e ha rispettato un cronoprogramma già di per sé sfidante, giungendo a conclusione nei tempi previsti.
La grande Basilica di Oropa ha un ruolo fondamentale nella vita del santuario mariano e segna, in modo inconfondibile, il paesaggio fisico e spirituale delle Alpi biellesi. L’impegno economico del restauro è stata è imponente: 3,5 milioni di euro, messi a disposizione da soggetti pubblici e privati, tra cui la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Cr Biella, la Fondazione Crt e la Fondazione Cr Vercelli, oltre, appunto all'Associazione delle fondazioni piemontesi di origine bancaria.
La Basilica Superiore di Oropa è il simbolo di generazioni di biellesi che nel passato hanno lavorato alacremente per realizzare questa chiesa dalle proporzioni armoniche e monumentali allo stesso tempo. È, letteralmente, una provvidenziale coincidenza quella che ha posto negli stessi anni il restauro della Basilica Superiore di Oropa e il cammino preparatorio per la V Centenaria Incoronazione della Vergine Nera. Nel 1920, infatti, il cantiere di costruzione dell’edificio aveva fatto da sfondo monumentale alle partecipatissime celebrazioni, documentate dalla pellicola di Alberto Maria De Agostini.