Piazza Affari - 04 agosto 2021, 16:34

Intesa Sanpaolo: nuovi dividendi per oltre 3,3 miliardi

Il ceo Carlo Messina col presidente Gian Maria Gros-Pietro

Il ceo Carlo Messina col presidente Gian Maria Gros-Pietro

Gli amministratori di Intesa Sanpaolo si attendono di chiudere il bilancio 2021 con un utile netto minimo di 4 miliardi di euro (nel primo semestre è stato di 3,023 miliardi, in crescita del 17,8% rispetto allo stesso perdiodo del 2020). Lo si legge nel comunicato della banca guidata da Carlo Messina. “Per quanto riguarda la politica dei dividendi del Gruppo riferisce la nota della banca che ha come principale azionista la fondazione torinese Compagnia di San Paolo - oltre ai 694 milioni di dividendi cash per il 2020 distribuiti a maggio 2021, in linea con il Piano di Impresa 2018-2021 si prevede: a valere sui risultati del 2020, una distribuzione cash da riserve che aggiungendosi ai predetti dividendi porti al pagamento di un ammontare complessivo corrispondente a un payout ratio pari al 75% dei 3,505 miliardi di euro di utile netto rettificato; a valere sui risultati del 2021, il pagamento di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto, da distribuire in parte come acconto nell’anno in corso”.

Il Consiglio di amministrazione convocherà prossimamente l’assemblea ordinaria - per la prima metà di ottobre 2021 - a cui sottoporre la proposta di distribuzione cash dalla Riserva straordinaria, a valere sui risultati 2020, pari a 1.935.274.145 euro, risultante da un importo unitario di 9,96 centesimi di euro per ciascuna delle 19.430.463.305 azioni ordinarie, affinché tale distribuzione, se approvata dall’assemblea, abbia luogo alla prima data utile successiva al 30 settembre 2021 - termine della raccomandazione della BCE in merito alle politiche dei dividendi emanata il 15 dicembre 2020 - ossia il giorno 20 ottobre 2021 (con stacco cedole il 18 ottobre e record date il 19 ottobre).

Inoltre, il cda presieduto dal torinese Gian Maria Gros-Pietri ha definito in via preliminare come acconto cash da distribuire a valere sui risultati del 2021 un ammontare pari a 1,4 miliardi di euro e procederà a deliberarlo il 3 novembre prossimo, in occasione dell’approvazione dei risultati consolidati al 30 settembre 2021, in assenza di controindicazioni derivanti dai risultati del terzo trimestre 2021 o da quelli prevedibili per il quarto trimestre 2021. A seguito della deliberazione della distribuzione prevista, l’acconto dividendi - pari a 1.400.936.404,29 euro, risultante da un importo unitario di 7,21 centesimi di euro per ciascuna azione ordinaria - verrà pagato alla prima data utile successiva alla deliberazione del Consiglio di amministrazione, ossia il 24 novembre 2021 (con stacco cedole il 22 novembre e record date il 23 novembre).

Sia la proposta del cda all’assemblea per la distribuzione dalla Riserva straordinaria a valere sui risultati 2020 sia la deliberazione per la distribuzione dell’acconto dividendi a valere sui risultati 2021 sono subordinate al rispetto di tutti gli obblighi stabiliti dalle normative di vigilanza, nonché delle eventuali raccomandazioni dei regolatori in merito ai requisiti patrimoniali applicabili a Intesa Sanpaolo e, in ogni caso, alla verifica, alla data della prevista approvazione consiliare dell’avviso di convocazione assembleare per la distribuzione dalla Riserva straordinaria e alla data della prevista deliberazione consiliare per la distribuzione dell’acconto dividendi, che - anche tenendo conto della rispettiva distribuzione - il Common Equity Tier 1 ratio a regime del Gruppo non risulti inferiore al 13% pro-forma.

Rapportando il previsto importo da distribuire per azione al prezzo di riferimento dell’azione registrato lo scorso 3 agosto, risulterebbe un rendimento (dividend yield) pari al 4,3% per la distribuzione di riserve a valere sui risultati 2020 e al 3,1% per l’acconto dividendi a valere sui risultati 2021.

A commento dei risultati di Intesa Sanpaolo, il ceo Carlo Messina, ha detto: “L’utile netto di 3 miliardi rappresenta il miglior dato - come primo semestre – a partire dal 2008. Un risultato molto significativo – che non beneficia ancora delle sinergie derivanti dall’integrazione con Ubi Banca stimate a oltre 1 miliardo - perfettamente in linea con l’obiettivo di un risultato netto almeno pari a 4 miliardi nel 2021. I proventi operativi netti sono i più alti di sempre (+1,7% rispetto al primo semestre 2020) grazie al miglior primo semestre di sempre per le commissioni). La significativa riduzione dei costi operativi (-2,3%), la riduzione di 1,6 miliardi dei crediti deteriorati lordi, con il più basso flusso di crediti deteriorati di sempre, lo stock di crediti deteriorati e NPL ratio ai livelli più bassi dal 2007, il Common Equity ratio pari a 15,7%, ben al di sopra dei requisiti regolamentari anche nello scenario avverso dello stress test EBA, ci collocano ai vertici di settore permettendo una significativa remunerazione dei nostri azionisti”.

Messina ha aggiunto: “Dei 4 miliardi di dividendi complessivamente erogati nel 2021, circa 1,5 miliardi sono direttamente a favore delle fondazioni bancarie – a sostegno della loro azione inclusiva a sostegno del territorio, delle iniziative sociali e culturali e delle persone in difficoltà – e a favore di famiglie e privati. A questo importo, si aggiunge il beneficio indiretto per l’economia reale derivante dal fatto che gran parte degli investitori istituzionali nostri azionisti, che beneficiano dei dividendi, gestiscono i risparmi di famiglie e privati. Dal 2014, senza considerare le distribuzioni previste per questo autunno, abbiamo distribuito ai nostri azionisti un totale di 15 miliardi di euro”.

“La forza del nostro bilancio – ha detto ancora Messina - ci consente di assicurare un impatto concreto sull’economia e sulla società: dal 2014 sono circa 128.000 le imprese italiane che abbiamo sostenuto nel percorso di rientro in bonis (circa 5.000 nel solo primo semestre), le sospensioni su finanziamenti a famiglie e imprese è stata pari a un valore di 109 miliardi, i prestiti erogati con garanzia statale sono stati pari a 29,5 miliardi, mentre quelli concessi con garanzia Sace sono stati pari a circa 10 miliardi”.

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