| 16 maggio 2021, 18:36

Matrimoni, Italia all'ultimo posto in Europa

In Europa, l'Italia è al primo posto per la minore densità di matrimoni e al terzo invece per i divorzi. Lo ha certificato Eurostat, segnalando che la tendenza a lungo termine nell'Unione europea mostra che il numero di matrimoni sta diminuendo, mentre il numero di divorzi è in aumento.

Matrimoni, Italia all'ultimo posto in Europa

In Europa, l'Italia è al primo posto per la minore densità di matrimoni e al terzo invece per i divorzi. Lo ha certificato Eurostat, segnalando che la tendenza a lungo termine nell'Unione europea mostra che il numero di matrimoni sta diminuendo, mentre il numero di divorzi è in aumento. Dal 1964, il tasso di matrimonio nell'Ue è diminuito da 8 per 1.000 persone a 4,3 nel 2019. Allo stesso tempo, il tasso di divorzi è più che raddoppiato, passando da 0,8 per 1.000 persone nel 1964 a 1,8 nel 2019 . Nel 2019, i Paesi Ue con il maggior numero di matrimoni rispetto alla popolazione sono stati Cipro (8,9 matrimoni per 1.000 persone), Lituania (7), Lettonia e Ungheria (entrambi 6,7) e Romania (6,6). Seguono Slovacchia (5,4), Danimarca e Malta (5,3). Al contrario, i tassi di matrimonio più bassi sono stati di circa 3 matrimoni per 1,000 abitanti, segnalati in Italia (3,1), Portogallo e Slovenia (entrambi 3,2), seguiti da Francia, Spagna, Lussemburgo (tutti 3,5). Nel 2019, tra gli Stati membri dell'Ue, il numero più basso di divorzi rispetto alla popolazione è stato registrato a Malta e in Irlanda (0,7 divorzi ogni 1.000 persone), seguiti da Slovenia (1,2), Italia (1,4) e Croazia (1,5). Al contrario, i tassi di divorzio più elevati sono stati registrati in Lettonia, Lituania e Lussemburgo (tutti 3,1 divorzi per 1.000 persone), Cipro (2,6) e Svezia (2,5).

IL RISPARMIO AUMENTATO IN TUTTA LA UE

Il tasso di risparmio delle famiglie della Ue nel quarto trimestre del 2020 è salito di 6,6 punti percentuali rispetto a un anno prima. La ragione principale dell'aumento è che la spesa per consumi finali delle famiglie nello stesso periodo è stata inferiore del 7% e il reddito disponibile lordo delle famiglie è risultato superiore dello 0,6% rispetto al quarto trimestre del 2019. In tutti gli Stati membri, tranne uno, il tasso di risparmio delle famiglie è stato superiore a quello di un anno fa. L'aumento più elevato su base annua è stato osservato in Slovenia (+20,8 punti percentuali), seguita da Irlanda (+12,8), Belgio (+11,3), Austria (+10,9 punti) e Grecia (+10,4). E' diminuito solo in Danimarca (-2,7 punti percentuali su base annua), unico paese in cui i consumi delle famiglie sono aumentati (+ 0,2%).

SCIENZA E TECNOLOGIA: PREVALGONO LE DONNE

L'anno scorso, nella Ue, su quasi 73 milioni di persone impiegate nel settore della scienza e della tecnologia di età compresa tra 15 e 74 anni, quasi 37,5 milioni erano donne (51,3%) e 35,5 milioni uomini (48,7%). In due terzi degli Stati membri, la maggior parte delle persone impiegate nel campo della scienza e della tecnologia erano donne: la quota più alta si trova in Lituania e Lettonia, rispettivamente con il 63,7% e il 62,9%. Austria, Paesi Bassi, Lussemburgo, Cechia, Italia e Malta sono gli unici paesi con una quota inferiore al 50%, compresa tra il 49,9% e il 45,2%.

QUASI 393.000 I GIORNALISTI IN EUROPA

Nel 2020 c'erano quasi 393mila giornalisti nei 21 Stati membri dell'Ue, pari allo 0,2% della loro occupazione totale. Tra questi, donne e uomini erano quasi equamente rappresentati (48% contro 52%). Oltre un terzo aveva un'età compresa tra 35 e 49 anni (35%), mentre quelli di età inferiore ai 35 anni rappresentavano una quota simile (34%), seguiti da quelli di età pari o superiore a 50 anni (32%). In termini di attività economiche legate al giornalismo, quasi 789mila sono state impiegate in attività editoriali quali la pubblicazione di libri, giornali, riviste e periodici. Ciò equivale allo 0,4% dell'occupazione totale Ue. Tra questi, gli uomini rappresentavano una quota leggermente superiore (54%). Oltre un terzo delle persone impiegate in attività editoriali aveva un'età compresa tra 35 e 49 anni (37%), seguiti da quelli con meno di 35 anni (32%) e da 50 anni o più (31%). Tra gli Stati membri, la Svezia ha registrato la quota più elevata di persone impiegate in attività editoriali (0,8% dell'occupazione totale), seguita da Finlandia, Danimarca e Germania (tutte 0,6%) e Francia (0,5%). La quota dell'Italia è risultata dello 0,28%.

NEL 2020 EMISSIONI DI CO2 DIMINUITE DEL 10%

Eurostat stima che nel 2020, l'anno in cui le misure di contenimento del Covid-19 sono state ampiamente introdotte dagli Stati membri dell'Ue, le emissioni di anidride carbonica (CO2) dalla combustione di combustibili fossili (principalmente petrolio e prodotti petroliferi, carbone, torba e gas naturale) siano diminuite del 10% rispetto all'anno precedente. Le emissioni di CO2 derivanti dall'uso di energia contribuiscono in modo determinante al riscaldamento globale e rappresentano circa il 75% di tutte le emissioni di gas serra prodotte dall'uomo nell'Ue. Secondo le stime di Eurostat, le emissioni sono diminuite in tutti gli Stati membri, con la diminuzione maggiore in Grecia (-18,7%), seguita da Estonia (-18,1%), Lussemburgo (-17,9%), Spagna (-16,2%) e Danimarca (-14,8%). In Italia il calo è stato dell'11% Le diminuzioni più basse sono state osservate a Malta (-1,%), Ungheria (-1,7%), Irlanda e Lituania (entrambe -2,6%). Nel 2020 è stato osservato un netto calo del consumo di combustibili fossili (carbone duro, lignite, olio di scisto e sabbie bituminose, petrolio e prodotti petroliferi e gas naturale) in tutti i Paesi. Le maggiori diminuzioni sono state osservate per tutti i tipi di carbone. Anche il consumo di petrolio e prodotti petroliferi è diminuito in quasi tutti gli Stati membri, mentre il consumo di gas naturale è diminuito solo in quindici Stati membri ed è aumentato o mantenuto allo stesso livello negli altri dodici.

TASSO DI OCCUPAZIONE, ITALIA PENULTIMA

Nel 2020, il mercato del lavoro nell'UE è  stato pesantemente colpito dalla pandemia Covid-19. Il tasso di occupazione per le persone di età compresa tra 20 e 64 anni è sceso al 72,4%, in calo di 0,7 punti percentuali rispetto al 2019. Il tasso di occupazione per gli uomini di quella fascia di età si è attestato al 78,1%, dal 79% del 2019. Il tasso per le donne è sceso dal 67,3% al 66,8%. Questo ha portato a un'ulteriore diminuzione del divario occupazionale di genere, a 11,3 punti percentuali, rispetto a 11,7 punti percentuali nel 2019. Tutti gli Stati membri, tranne tre, hanno registrato un calo del tasso di occupazione tra il 2019 e il 2020. La Svezia ha mostrato il tasso di occupazione più alto con l'80,8%, mentre il più basso è stato osservato in Grecia con il 61,1%, preceduta di pochissimo dall'Italia (62%).I cali maggiori del tasso di occupazione tra il 2019 e il 2020 sono stati registrati in Spagna (-2,3 punti percentuali), Irlanda ( -1,7) e Bulgaria (-1,6). Gli aumenti sono stati osservati a Malta (+0,6 a 77,4%), Polonia (+0,6 a 73,6%) e Croazia (+0,2 a 66,9%).

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