Notizie - 27 aprile 2021, 16:16

Arrivano 600 milioni per la rinascita di borghi abbandonati

“Lo stanziamento di 600 milioni di euro per interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi

Uno scorcio di Bussana Vecchia

Uno scorcio di Bussana Vecchia

“Lo stanziamento di 600 milioni di euro per interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi, dove godere di spazi di libertà più ampi, con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere nel tempo della pandemia”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la misura per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale contenuta nell’ambito “Turismo e cultura” della missione uno del Recovery Plan.

“Con il rilancio di piccoli borghi abbandonati – sostiene la Coldiretti – si inizia a programmare l’Italia del post Covid, oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano, composto da due milioni di edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. Una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani, senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile”.

La misura ha dunque un valore storico, culturale, paesaggistico ma anche urbanistico perché aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città. In questo contesto, va ricordato anche lo stanziamento di 300 milioni per valorizzare parchi e giardini storici, che, oltre ad assicurare spazi di socializzazione all’aperto, tengono indissolubilmente legati valori storico-culturali e valori ambientali che interessano tra l’altro la conservazione della biodiversità, la produzione di ossigeno e la riduzione del livello di inquinamento.

“Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti – sottolinea la Coldiretti – l’emergenza Covid ha stravolto le abitudini sociali e lavorative degli italiani, che sono tornati a guardare le campagne non solo come meta per gite fuori porta, tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi registra aumenti anche del 29% sui siti specializzati”.

In Italia i centri con meno di 5mila abitanti sono 5.498, quasi il 70% del totale e ospitano il 16,5% della popolazione nazionale; ma rappresentando il 54% dell’intera superficie italiana hanno ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico.E’ chiaro che in questa ottica è importante colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane, visto che solo il 76 % delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75 % ha una connessione a banda larga; ma la situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti. “E' quindi strategico superare il digital divide che spezza il Paese fra zone servite dalla banda larga e altre invece no, fra città e campagne, per far esplodere le enormi risorse che il territorio può offrire” conclude il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando che “si tratta di una scelta strategica importante anche per promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne offrendo al visitatore la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente”.


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