Manager | 27 aprile 2021, 20:13

Conferme: Lapucci nella Caltagirone, Salza e Chevallard al vertice di Tinexta

Una nuova conferma per Massimo Lapucci. E' stato rieletto consigliere di amministrazione della Caltagirone, dopo essere stato confermato Segretario generale di Fondazione Crt e membro del Cda di Banca Generali.

Massimo Lapucci

Massimo Lapucci

Una nuova conferma per Massimo Lapucci. Dopo essere stato rieletto, pochi giorni fa, consigliere di amministrazione di Banca Generali, controllata dalle Generali, colosso assicurativo del quale la Fondazione Crt presieduta da Giovanni Quaglia è un azionista rilevante e dopo essere stato rinominato Segretario generale della stessa Fondazione Crt, Massimo Lapucci è stato confermato nel Consiglio di amministrazione della Caltagirone, quotata romana che nel 2020 ha registrato, a livello consolidatio, ricavi complessivi per 1,43 miliardi di euro e un risultato netto di 85,4 milioni, per cui l’assemblea ha deliberato un dividendo di 0,07 euro per azione.

Con Lapucci, sono stati eletti consiglieri di amministrazione della Caltagirone Francesco Gaetano Caltagirone, Alessandro Caltagirone, Azzurra Caltagirone, Francesco Caltagirone, Nobile Francesca Comello, Saverio Caltagirone, Mario Delfini, Elena De Simone, Sarah Moscatelli e Filomena Passeggio (tratti dalla lista di maggioranza) e Luciano Mozzato.

A essere confermati oggi, 27 aprile, sono stati anche gli amministratori apicali di Tinexta, i torinesi Enrico Salza presidente e Pier Andrea Chevallard amministratore delegato.Con loro formano il nuovo Consiglio di amministrazione, a maggioranza femminile, Riccardo Ranalli (vice presidente), Eugenio Rossetti, Valerio Veronesi, Elisa Corghi, Paola Generali, Laura Benedetto, Caterina Giomi, Laura Rovizzi e Gail Catherine Anderson.

Fra l'altro, l'assemblea degli azionisti di Tinexta, controlla da Tecno Holding (Camere di commercio) ha attribuito al Consiglio di amministrazione la delega ad aumentare il capitale sociale anche in via scindibile (in una o più tranche), entro e non oltre il 26 aprile 2026, per massimi 100 milioni di euro, comprensivi disovrapprezzo.

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