Lo svantaggio è ancora forte per
l'Italia, nei confronti di quasi tutta l'Europa. E per il Piemonte,
in particolare, lo è anche nei confronti di diverse regioni del
nostro Paese. Infatti, se in Italia è laureato solo il 27,6% dei
giovani di età compresa tra i 30 e i 34 anni, a fronte del 40,3%
della media Ue (dietro di noi si trova unicamente la Romania); in
Piemonte lo è il 27,5%, a fronte del 34,1% dell'Emilia-Romagna, il
33% della Lombardia, il 29,3% del Veneto e il 29,1% della Toscana.
Comunque, almeno in termini di attrazione di matricole, il Piemonte sta recuperando. Il fenomeno è confermato dalla ricerca più recente dell'Ires regionale, dalla quale è emerso che per l'anno accademico 2020-2021 i quattro atenei piemontesi hanno registrato quasi 24.000 nuovi immatricolati (iscritti per la prima volta a un corso di primo livello o a un ciclo unico), numero superiore a quello dell'anno precedente, nonostante il Covid-19, che, all'inizio, ha fatto temere un crollo di iscrizioni.
L'aumento si deve all'Università di Torino e all'Upo, l'ateneo del Piemonte Orientale, perché, invece, il Politecnico non è cresciuto e l'Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha subito un calo. Tutti e quattro gli atenei piemontesi, però, hanno evidenziato una flessione delle matricole residenti in regione. L'incremento, perciò, è stato generato dai nuovi immatricolati provenienti dal resto d'Italia e dall'estero.
L'Università di Torino ha contato 14.420 nuovi immatricolati (+0,5% rispetto all'anno accademico 2019-2020), il Politecnico 5.355 (-0,1%), l'Upo 3,926 (+3,5%) e l'Università delle Scienze Gastronomiche 89 (-22,6%). Quest'ultima ha pagato il crollo soprattutto degli iscritti stranieri (-42,9%), conseguente alla pandemia che ha bloccato i trasferimenti da Paese a Paese; ma ha perso anche il 15,7% dei nuovi iscritti provenienti da altre regioni. Qui, il calo delle matricole piemontesi è stato del 10,3%:
Al contrario, l'Università del Piemonte Orientale ha registrato un incremento del 40,7% degli immatricolati stranieri e dello 0,4% di quelli provenienti da altre regioni; mentre la diminuzione dei residenti in Piemonte è risultata dell'1,2%. Anche il Politecnico ha evidenziato una crescita rilevante di nuovi iscritti dall'estero (+18,2%) e, nonostante tutto, di quelli dal resto d'Italia (+1,2%); però, è sceso del 4,1% il numero delle matricole residenti in Piemonte.
Minore è stata la perdita di matricole piemontesi (-1,6%) da parte dell'Università di Torino, che ha mantenuto lo stesso numero di nuovi iscritti stranieri e ha aumentato del 6,2% quello degli immatricolati arrivati da altre regioni.
L'Ires, istituto di ricerche economico sociali del Piemonte, ha evidenziato che quasi un terzo del totale immatricolati in Piemonte proviene da fuori regione e che la popolazione studentesca universitaria regionale (136mila studenti) genera una ricaduta economica diretta sul territorio di circa 780 milioni di euro l’anno.
Comunque, almeno in termini di attrazione di matricole, il Piemonte sta recuperando. Il fenomeno è confermato dalla ricerca più recente dell'Ires regionale, dalla quale è emerso che per l'anno accademico 2020-2021 i quattro atenei piemontesi hanno registrato quasi 24.000 nuovi immatricolati (iscritti per la prima volta a un corso di primo livello o a un ciclo unico), numero superiore a quello dell'anno precedente, nonostante il Covid-19, che, all'inizio, ha fatto temere un crollo di iscrizioni.
L'aumento si deve all'Università di Torino e all'Upo, l'ateneo del Piemonte Orientale, perché, invece, il Politecnico non è cresciuto e l'Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha subito un calo. Tutti e quattro gli atenei piemontesi, però, hanno evidenziato una flessione delle matricole residenti in regione. L'incremento, perciò, è stato generato dai nuovi immatricolati provenienti dal resto d'Italia e dall'estero.
L'Università di Torino ha contato 14.420 nuovi immatricolati (+0,5% rispetto all'anno accademico 2019-2020), il Politecnico 5.355 (-0,1%), l'Upo 3,926 (+3,5%) e l'Università delle Scienze Gastronomiche 89 (-22,6%). Quest'ultima ha pagato il crollo soprattutto degli iscritti stranieri (-42,9%), conseguente alla pandemia che ha bloccato i trasferimenti da Paese a Paese; ma ha perso anche il 15,7% dei nuovi iscritti provenienti da altre regioni. Qui, il calo delle matricole piemontesi è stato del 10,3%:
Al contrario, l'Università del Piemonte Orientale ha registrato un incremento del 40,7% degli immatricolati stranieri e dello 0,4% di quelli provenienti da altre regioni; mentre la diminuzione dei residenti in Piemonte è risultata dell'1,2%. Anche il Politecnico ha evidenziato una crescita rilevante di nuovi iscritti dall'estero (+18,2%) e, nonostante tutto, di quelli dal resto d'Italia (+1,2%); però, è sceso del 4,1% il numero delle matricole residenti in Piemonte.
Minore è stata la perdita di matricole piemontesi (-1,6%) da parte dell'Università di Torino, che ha mantenuto lo stesso numero di nuovi iscritti stranieri e ha aumentato del 6,2% quello degli immatricolati arrivati da altre regioni.
L'Ires, istituto di ricerche economico sociali del Piemonte, ha evidenziato che quasi un terzo del totale immatricolati in Piemonte proviene da fuori regione e che la popolazione studentesca universitaria regionale (136mila studenti) genera una ricaduta economica diretta sul territorio di circa 780 milioni di euro l’anno.