Gran boccata di ossigeno per alcune
fondazioni piemontesi di origine bancaria. A fornirla è la Ream sgr
di Torino, la cui assemblea, venerdì scorso, ha deliberato la
distribuzione straordinaria e anticipata del dividendo relativo
all'esercizio 2020. La notizia è stata anticipata dal Corriere
Torino, con la precisazione che ammonta a poco più di 2 milioni la
somma destinata agli azionisti della società presieduta da Giovanni
Quaglia (vice presidenti sono Mario Sacco e Maurizio Irrera,
direttore generale è Orazio Perrini).
I due principali azionisti – la Fondazione Crt e la Fondazione Cr Asti, entrambe titolari del 30,437% del capitale – ricevono 623.959 euro. A Compagnia di San Paolo, Fondazione Crc (Cuneo) e Fondazione Cr Vercelli, che hanno il 9,49% ciascuna, vanno 194.668 euro, mentre le Fondazioni Cr Alessandria e Cr Fossano, che detengono il 5% ciascuna, ottengono 102.500 euro. Azionista è anche la Fondazione Sviluppo e crescita Crt che, per il suo 0,6%, è destinataria di 13.079 euro.
Il presidente Giovanni Quaglia ha motivato l'iniziativa con la volontà di aiutare le fondazioni piemontesi più penalizzate dalla mancata distribuzione di dividendi da parte delle banche conferitarie, le quali hanno rinviato la remunerazione del capitale su sollecitazione delle Autorità di vigilanza e dei regolatori europei. Per diversi enti che hanno buona parte del patrimonio investito nella loro banca, il blocco dei dividendi crea difficoltà per la coninuità delle erogazioni a baneficio delle rispettive comunità di riferimento.
I due principali azionisti – la Fondazione Crt e la Fondazione Cr Asti, entrambe titolari del 30,437% del capitale – ricevono 623.959 euro. A Compagnia di San Paolo, Fondazione Crc (Cuneo) e Fondazione Cr Vercelli, che hanno il 9,49% ciascuna, vanno 194.668 euro, mentre le Fondazioni Cr Alessandria e Cr Fossano, che detengono il 5% ciascuna, ottengono 102.500 euro. Azionista è anche la Fondazione Sviluppo e crescita Crt che, per il suo 0,6%, è destinataria di 13.079 euro.
Il presidente Giovanni Quaglia ha motivato l'iniziativa con la volontà di aiutare le fondazioni piemontesi più penalizzate dalla mancata distribuzione di dividendi da parte delle banche conferitarie, le quali hanno rinviato la remunerazione del capitale su sollecitazione delle Autorità di vigilanza e dei regolatori europei. Per diversi enti che hanno buona parte del patrimonio investito nella loro banca, il blocco dei dividendi crea difficoltà per la coninuità delle erogazioni a baneficio delle rispettive comunità di riferimento.