Come conservare i prodotti frutticoli
piemontesi nella fase di post-raccolta riducendo ulteriormente l’uso
di agenti chimici? Come migliorare i sistemi di conservazione per
fare in modo che i prodotti possano arrivare alle nostre tavole con
un livello qualitativo come se fossero stati appena raccolti dalla
pianta? Parte da queste semplici domande il progetto che la
Fondazione Agrion, in collaborazione con Agroinnova e grazie al
sostegno economico delle Fondazioni di origine bancaria di Cuneo,
Fossano, Saluzzo e Savigliano, sta portando avanti per utilizzare
tecniche di difesa alternative a quelle chimiche nella fase di
conservazione della frutta post-raccolta. L’obiettivo è di
sostenere sempre di più l’innovazione tecnologica nel settore
della conservazione del prodotto frutticolo e del contenimento di
malattie dopo raccolta, soprattutto nel caso di piccole e medie
imprese.
Quando si parla di eccellenze piemontesi, infatti, si pensa subito alle mele e poi ai kiwi, alle pesche, susine, albicocche, pere e ciliegie. Prodotti di grande qualità che soffrono però di un veloce deterioramento nella fase del post-raccolta, a causa di una facile e frequente contaminazione dei prodotti da parte di funghi agenti di marciumi. Si rende, dunque, sempre necessaria l’adozione di interventi di difesa, in quanto questi patogeni riducono la qualità e la resa di prodotto e possono contaminare i frutti mediante la produzione di micotossine. Una difesa in post-raccolta che fino ad oggi è stata effettuata per lo più con l’impiego di mezzi chimici.
Con il progetto di Agrion e Agroinnova si stanno studiando e sviluppando dei trattamenti sulla frutta in post-raccolta tramite l’utilizzo di mezzi fisici (termoterapia), biologici (microrganismi antagonisti) oppure con prodotti di origine naturale (oli essenziali), anche se, a oggi, restano ancora da mettere a punto le dosi, la modalità e i tempi di applicazione di questa nuova generazione di biofungicidi. Inoltre, alcuni prodotti a base di oli essenziali sono ora disponibili sul mercato e risulta pertanto di interesse verificare la loro efficacia e il loro effetto sulla qualità dei frutti.
La ricerca è stata finanziata dalle quattro Fondazioni cuneesi Crc, Cr Saluzzo, Cr Savigliano e Cr Fossano, che stanzieranno un budget di 160.000 euro in tre anni per la realizzazione del progetto, che prevede inoltre l’ammodernamento delle celle frigorifere per le prove di post-raccolta. La Fondazione Agrion di Manta è presieduta da Giacomo Ballari, mentre il Centro di competenza Agroinnova dell'Università di Torino è diretto da Maria Lodovica Gullino.
Quando si parla di eccellenze piemontesi, infatti, si pensa subito alle mele e poi ai kiwi, alle pesche, susine, albicocche, pere e ciliegie. Prodotti di grande qualità che soffrono però di un veloce deterioramento nella fase del post-raccolta, a causa di una facile e frequente contaminazione dei prodotti da parte di funghi agenti di marciumi. Si rende, dunque, sempre necessaria l’adozione di interventi di difesa, in quanto questi patogeni riducono la qualità e la resa di prodotto e possono contaminare i frutti mediante la produzione di micotossine. Una difesa in post-raccolta che fino ad oggi è stata effettuata per lo più con l’impiego di mezzi chimici.
Con il progetto di Agrion e Agroinnova si stanno studiando e sviluppando dei trattamenti sulla frutta in post-raccolta tramite l’utilizzo di mezzi fisici (termoterapia), biologici (microrganismi antagonisti) oppure con prodotti di origine naturale (oli essenziali), anche se, a oggi, restano ancora da mettere a punto le dosi, la modalità e i tempi di applicazione di questa nuova generazione di biofungicidi. Inoltre, alcuni prodotti a base di oli essenziali sono ora disponibili sul mercato e risulta pertanto di interesse verificare la loro efficacia e il loro effetto sulla qualità dei frutti.
La ricerca è stata finanziata dalle quattro Fondazioni cuneesi Crc, Cr Saluzzo, Cr Savigliano e Cr Fossano, che stanzieranno un budget di 160.000 euro in tre anni per la realizzazione del progetto, che prevede inoltre l’ammodernamento delle celle frigorifere per le prove di post-raccolta. La Fondazione Agrion di Manta è presieduta da Giacomo Ballari, mentre il Centro di competenza Agroinnova dell'Università di Torino è diretto da Maria Lodovica Gullino.