Nel
secondo trimestre, la pressione fiscale è stata pari al 43,2%, in
crescita di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente, nonostante la marcata riduzione delle entrate
fiscali e contributive. Lo ha comunicato l'Istat, aggiungendo che,
secondo le sue stime, il reddito disponibile delle famiglie
consumatrici è diminuito del 5,8% rispetto al trimestre precedente,
mentre i consumi sono diminuiti dell’11,5%. Di conseguenza, la
propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al
18,6%, in aumento di 5,3 punti rispetto al trimestre precedente. Il
potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 5,6% rispetto al
trimestre precedente, beneficiando della dinamica negativa dei
prezzi.
La quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 39,0%, è diminuita di 2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente; mentre il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato di un punto percentuali rispetto al trimestre precedente, salendo al 22,1%, quale risultato di un calo degli investimenti meno marcato di quello del valore aggiunto.
La quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 39,0%, è diminuita di 2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente; mentre il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato di un punto percentuali rispetto al trimestre precedente, salendo al 22,1%, quale risultato di un calo degli investimenti meno marcato di quello del valore aggiunto.