Sempre più su. Il debito pubblico
italiano sale vertiginosamente. A fine agosto ha superato i 2.578
miliardi, nuovo record storico e ancora 18,3 miliardi in più
rispetto soltanto a un mese prima. Da agosto 2019 è aumentato di
114,7 miliardi. Crescita dovuta interamente alle amministrazioni
centrali, perchè, invece, quelle locali hanno contenuto o ridotto il
loro indebitamento. Infatti, al 31 agosto scorso, i debiti di Regioni
e Province autonome ammontavano a 33,557 miliardi, quelli delle
province ordinarie e delle città metropolitane a 6,415 miliardi;
mentre i Comuni avevano un indebitamento complessivo di 34,852
miliardi e gli altri enti locali di 11,044 miliardi.
A comunicare questi dati è la Banca
d'Italia, la quale ha crediti nei confronti delle amministrazioni
pubbliche del Paese per 517,934 miliardi, pari al 20% del debito
pubblico nazionale e quasi 10 miliardi più del mese precedente.
Quanto al debito italiano nei confronti di soggetti esteri (fondi
sovrani, banche, investitori istituzionali e individuali) a fine
luglio ammontava a 749,046 miliardi (29%).
Intanto, il ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato che le entrate tributarie e contributive nei primi otto mesi del 2020 evidenziano nel complesso una diminuzione del 7,1% (-32,205 miliardi) rispetto all’analogo periodo dell’anno 2019. Il dato tiene conto della variazione negativa del 6,3% (-18,832 miliardi) delle entrate tributarie e della diminuzione delle entrate contributive dell’8,5% (-13,373 miliardi). La variazione negativa dei primi otto mesi rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, è conseguenza sia del peggioramento congiunturale sia dell’impatto delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Intanto, il ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato che le entrate tributarie e contributive nei primi otto mesi del 2020 evidenziano nel complesso una diminuzione del 7,1% (-32,205 miliardi) rispetto all’analogo periodo dell’anno 2019. Il dato tiene conto della variazione negativa del 6,3% (-18,832 miliardi) delle entrate tributarie e della diminuzione delle entrate contributive dell’8,5% (-13,373 miliardi). La variazione negativa dei primi otto mesi rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, è conseguenza sia del peggioramento congiunturale sia dell’impatto delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza sanitaria.