E'
un altro mito da sfatare quello dell'Italia dei “bamboccioni”. A
documentare che non è il nostro il Paese europeo con più giovani
(dai 25 ai 34 anni) che vivono con i genitori è un istituto
internazionale al di sopra di ogni sospetto, Eurostat, l'Ufficio
statistico dell'Unione Europea. Se è vero, infatti, che in
Scandinavia è inferiore al 6% la quota dei giovani che, nel 2019,
stava ancora in famiglia (4% in Danimarca, 4,8% in Finlandia. Poco
più in Norvegia e 5,7% in Svezia) è altrettanto vero che tre Paesi
della Ue hanno più bamboccioni dell'Italia: sono la Croazia (62%),
la Grecia (57,8%) e la Slovacchia (56,4%). L'Italia è al quarto
posto, con il 49%, pochissimo più della Bulgaria (48%) e poco più
di Spagna e Portogallo.
Come riconosce anche Eurostat, l'abbandono del nucleo familiare è influenzato da diversi fattori, che vanno dal fatto che i giovani abbiano o meno una relazione con il partner oppure studino e dal loro livello di (in)dipendenza finanziaria, alle condizioni del mercato locale del lavoro, all'accessibilità economica degli alloggi ma anche alle particolarità culturali.
In media, nel 2019, i giovani europei hanno lasciato il nucleo familiare dei genitori all'età di 26,2 anni. Naturalmente, l'età è risultata diversa, anche in modo significativo, nei vari Stati membri dell'Unione, Prima di tutti, a lasciare la casa di famiglia sono i giovani dei tre Paesi più settentrionali della Ue: Svezia (17,8 anni), Danimarca (21,1 anni) e Finlandia (21,8 anni); oltre che quelli del Lussemburgo (20,1 anni). Prima di compiere i 25 anni, sempre in media, hanno lasciato la casa dei genitori anche i giovani dell'Estonia (22,2 anni), della Francia (23,6 anni), della Germania e dei Paesi Bassi (entrambi con 23,7 anni).
Al contrario, a restare più a lungo, con papà e mamma, sono i giovani-adulti della Croazia (hanno lasciato la casa di famiglia a 31,8 anni) e della Slovacchia (30,9 anni). Subito dopo vengono gli italiani (30,1 anni), i bulgari (30 anni esatti), i maltesi (29,9 anni), gli spagnoli (29,5 anni), i portoghesi (29 anni) e i greci (28,9 anni).
Come rilevato da Eurostat, in quasi tutti gli Stati membri della Ue, le giovani donne tendono a lasciare la famiglia dei genitori prima dei maschi. Con l'unica eccezione del Lussemburgo (20,3 anni per le femmine, rispetto ai 20 anni precisi per gli uomini).
Come riconosce anche Eurostat, l'abbandono del nucleo familiare è influenzato da diversi fattori, che vanno dal fatto che i giovani abbiano o meno una relazione con il partner oppure studino e dal loro livello di (in)dipendenza finanziaria, alle condizioni del mercato locale del lavoro, all'accessibilità economica degli alloggi ma anche alle particolarità culturali.
In media, nel 2019, i giovani europei hanno lasciato il nucleo familiare dei genitori all'età di 26,2 anni. Naturalmente, l'età è risultata diversa, anche in modo significativo, nei vari Stati membri dell'Unione, Prima di tutti, a lasciare la casa di famiglia sono i giovani dei tre Paesi più settentrionali della Ue: Svezia (17,8 anni), Danimarca (21,1 anni) e Finlandia (21,8 anni); oltre che quelli del Lussemburgo (20,1 anni). Prima di compiere i 25 anni, sempre in media, hanno lasciato la casa dei genitori anche i giovani dell'Estonia (22,2 anni), della Francia (23,6 anni), della Germania e dei Paesi Bassi (entrambi con 23,7 anni).
Al contrario, a restare più a lungo, con papà e mamma, sono i giovani-adulti della Croazia (hanno lasciato la casa di famiglia a 31,8 anni) e della Slovacchia (30,9 anni). Subito dopo vengono gli italiani (30,1 anni), i bulgari (30 anni esatti), i maltesi (29,9 anni), gli spagnoli (29,5 anni), i portoghesi (29 anni) e i greci (28,9 anni).
Come rilevato da Eurostat, in quasi tutti gli Stati membri della Ue, le giovani donne tendono a lasciare la famiglia dei genitori prima dei maschi. Con l'unica eccezione del Lussemburgo (20,3 anni per le femmine, rispetto ai 20 anni precisi per gli uomini).