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Carla Ferrari, presidente di Equiter |
Nel passato esercizio, Equiter, ha conseguito l’utile netto di 16,4 milioni di euro, in forte aumento rispetto ai 5,6 milioni di euro del 2018 e tale da consentire la distribuzione di dividendi per 15,5 milioni. Il risultato riflette la forte progressione dei ricavi, saliti a 23,7 milioni. In particolare, quelli generati dal portafoglio investito hanno inciso per 21 milioni, così suddivisi: 11,1 milioni principalmente grazie al processo di valorizzazione del Fondo PPP Italia; 9,9 milioni in dividendi e proventi da fondi (+86% rispetto al 2018) e 2,6 milioni di euro (+58% rispetto al 2018) per le attività di advisory. A fine 2019, Equiter gestiva i fondi per oltre 800 milioni, tra risorse propri e fondi di terzi, per i quali svolge il ruolo di advisor.
Equiter è un investitore in capitale di rischio e advisor nel settore delle infrastrutture e dell’innovazione, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo socio-economico del territorio e la crescita sostenibile nel lungo termine, secondo le logiche proprie della finanza d’impatto. Nata a Torino, nel 2015, come partnership di Intesa Sanpaolo e Compagnia di San Paolo, Equiter ha poi aperto la propria compagine azionaria dapprima a Fondazione Crt e poi alla Fondazione Crc di Cuneo. Ha un modello di business che combina due anime operative: l’attività di investimento - che si traduce in un portafoglio partecipativo di investimenti diretti e indiretti in progetti infrastrutturali, di rigenerazione territoriale e pmi con forte potenziale di crescita - e la consulenza specialistica.
Quest’ultima si articola su due diversi ambiti: advisory a fondi chiusi di investimento, società controllate e progetti territoriali e adivsory per la gestione di fondi comunitari (Equiter gestisce fondi comunitari per complessivi 315 milioni, destinati in parte a progetti di ricerca e innovazione (124 milioni) e, in parte, allo sviluppo urbano sostenibile (191 milioni). Fra l'altro, è consulente - per conto della Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) - del più grande fondo italiano dedicato a investimenti in progetti di ricerca e innovazione e gestisce 124 milioni provenienti dal Programma Operativo Nazionale "Ricerca e Innovazione" 2014-2020, nell’ambito del quale ha promosso la nascita del Rif, che, nel 2019, ha fatto otto investimenti nel Sud Italia, per un ammontare complessivo di 45 milioni.