Iniziano così le conclusioni di
Assonime, l'associazione fra società italiane per azioni presieduta da Innocenzo Cipolletta, del
freschissimo studio intitolato “Linee di intervento per un riordino
del fiscale a sostegno della crescita”.
Assonime sostiene: “Contribuenti e operatori economici hanno
bisogno di un sistema fiscale affidabile e stabile nel tempo.
L’incertezza sul fronte fiscale è quel che più di ogni altra cosa
frena la crescita economica, veicolando altrove investimenti
nazionali ed esteri. Cambiare le regole del gioco fiscale a partita
iniziata, soprattutto per le imposte di periodo, viola il principio
di affidamento del contribuente. Leggi emanate a getto continuo,
difficili da interpretare e ancor più difficili da applicare,
rompono il patto di fiducia con i contribuenti e sovvertono le
pianificazioni sulle quali si basano le scelte economiche delle
imprese e dei singoli”.
Anche il sistema sanzionatorio, in
particolare con le ultime modifiche introdotte con il decreto fiscale
del 2019, concorre a creare obiettive difficoltà nello svolgimento
dell’attività di impresa. È questo il caso, ad esempio,
dell’inclusione dei reati tributari di dichiarazione fraudolenta
nel catalogo dei reati della legge n. 231/2001; inclusione da cui
deriva che presso lo stesso soggetto (persona giuridica) possano
cumularsi tanto la responsabilità da illecito civile quanto quella
da illecito penale, in palese contrasto con il principio del ne bis
in idem.
“ Si auspicano soluzioni più
equilibrate – aggiunge Assonime - nel quale le sanzioni non
eccedano gli obiettivi di tutela perseguiti a scapito del normale
svolgimento dell’attività di impresa. Resta anche aperto il tema
del più efficiente coordinamento tra lo sviluppo dell’azione
penale, innescata dalla notitia criminis e l’accertamento
tributario; una soluzione coerente potrebbe essere quella di
trasmettere la notitia criminis all’autorità giudiziaria solo a
esito di una verifica tributaria ritenuta tecnicamente fondata
dall’Amministrazione finanziaria e idonea all’emanazione di un
accertamento”.
Secondo Assonime, anche la giustizia
tributaria merita una seria riflessione: l’esame della
giurisprudenza mostra sempre più spesso l’affermarsi di
interpretazioni e orientamenti distanti sia dalla lettera che dalla
ratio delle norme tributarie, con gravi effetti in punto di certezza
del diritto. Appare ormai indispensabile il passaggio a una giustizia
tributaria composta da giudici professionali, che siano in grado di
fornire risposte adeguate a sostegno della competitività del sistema
produttivo.
“Per salvaguardare l’esigenza di
certezza del diritto andrebbe opportunamente potenziato, nelle sue
applicazioni, lo strumento dell’interpello, che consente al
contribuente, prima di effettuare le sue scelte fiscalmente
rilevanti, di rivolgersi all’Amministrazione finanziaria
(all’Agenzia delle Entrate) al fine di ottenere chiarimenti in
merito a casi specifici” conclude Assonime, sottolineando che, con
riferimento all’istituto dell’interpello, così come, più in
generale, nel processo di attuazione della norma tributaria,
l’Agenzia delle entrate dovrebbe recuperare il suo ruolo di
soggetto chiamato ad applicare “la giusta imposta”, più che
essere sospinta a soddisfare esigenze di gettito attraverso
interpretazioni mutevoli della normativa.